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Cronaca

Giornalista aggredita al Libertà, il Procuratore Volpe: "Lo Stato non è assente, il quartiere vinca la paura"

Il capo della procura barese dopo i fatti accaduti nel rione e il sit-in (scarsamente partecipato) al Redentore: "Il Libertà è e deve essere dei cittadini per bene"

Nel quartiere Libertà lo Stato c'è e agisce, e la sua presenza è testimoniata dalle numerose operazioni di polizia giudiziaria portate a termine negli ultimi anni nel rione. Dopo l'aggressione alla giornalista Rai Maria Grazia Mazzola, avvenuta venerdì scorso, il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, interviene con una nota per ricordare "l'impegno costante delle forze di polizia e della magistratura", ed esortare "le forze sane" che operano nel quartiere, "i cittadini per bene" ad "avere fiducia e vincere la paura". Un incoraggiamento, quest'ultimo, riferito anche alla scarsa partecipazione, da parte dei cittadini, al sit-in per la legalità che si è tenuto domenica mattinata davanti al Redentore.

"Il Libertà è deve essere patrimonio di tutti"

Nella nota, Volpe spiega il suo gesto di essersi recato al pronto soccorso per far visita alla giornalista aggredita. Un gesto, dice, "doveroso nei confronti della collettività, particolarmente quella che nel quartiere opera quotidianamente per l'affermazione della legalità. Ad essa ho inteso dimostrare tangibilmente che se il messaggio che si era voluto con il gesto violento far passare fosse stato "qui comandiamo noi e non consentiamo all'informazione pubblica di venire a infilare il naso", quel dato dovesse essere con immediatezza smentito con la tempestiva, visibile presenza in loco di chi è chiamato istituzionalmente a reprimire l'illegalità". "Il Libertà - prosegue - è e deve essere patrimonio di tutti. Segnatamente, dei tanti cittadini per bene che vi abitano e vi operano: degli imprenditori che coraggiosamente hanno denunciato il pizzo; dell'amministrazione comunale impegnata nella riqualificazione: della Chiesa, che, con l'impegno assai meritorio del salesiano don  Francesco Preite e dei suoi collaboratori, è vicina ai giovani, educandoli al rispetto delle regole della civile convivenza e sottraendoli alle grinfie della criminalità. Si deve perciò avere fiducia e vincere la paura che probabilmente ha limitato la partecipazione alla manifestazioone di domenica".

Le operazioni e gli arresti degli ultimi anni al Libertà

Il procuratore ricorda quindi le operazioni contro la criminalità portate a termine nel quartiere - e non solo - negli ultimi due anni. Dall'operazione 'Coraggio' - che ha portato in carcere, tra gli altri, il boss Lorenzo Caldarola - agli arresti per estorsioni a imprenditori, alle indagini sugli omicidi di Antonio e Luigi Luisi, solo per citarne alcune. "In quell'area della città - ribadisce Volpe - non è assente lo Stato, che la presidia con l'impegno costante delle forze di polizia e della magistratura". "Il quartiere Libertà vive anche dell'impegno sinergico di tutte le forze sane che vi abitano o che vi esercitano la propria attività, o che lo vigilano con finalità di repressione dei reati quando vene sono i pressuposti".

L'accenno alla questione dell'edilizia giudiziaria

"Non influisce certamente, per tali aspetti - conclude Volpe - la particolare ubicazione degli uffici giudiziari che, ovunque si trovino, risultano efficienti solo se adeguatamente dotati di quanto necessario al loro funzionamento. Le sofisticate tecniche investigative alle qual abitualmente ricorre la polizia giudiziaria a ciò autorizzata dalla magistratura, consentono alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari di indagare in ambito ben più ampio del quartiere Libertà, dai confini con la provincia di Brindisi sino a quelli regionali con Molise e Campania, ovunque essa sia allocata".

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