Inchiesta Bridgestone, la Procura chiede archiviazione
Secondo il pm accertamenti svolti e documentazione acquisita non consentono di stabilire con certezza un collegamento tra le patologie insorte in alcuni ex operai e l'esposizione lavorativa a sostanze pericolose. I familiari delle vittime si oppongono
La Procura di Bari torna a chiedere l'archiviazione del procedimento che vede coinvolti ex amministratori e responsabili sicurezza dello stabilimento di Bridgestone di Bari, relativo alla morte di 17 ex lavoratori e di altri 6 colpiti da patologie.
Le famiglie delle vittime si oppongono all'archiviazione chiedendo nuovi accertamenti, mentre secondo la Procura dagli accertamenti già effettuati e dalle acquisizioni documentali non emergono elementi che consentano di correlare con certezza le patologie insorte con l'esposizione ad agenti chimici pericolosi durante il lavoro. Inoltre il termine "per ulteriore utile attività investigativa" risulta essere ormai scaduto.
L'inchiesta su Bridgestone fu avviata nel 2007 e ha visto negli anni avvicendarsi quattro pm. Dopo quattro anni fu depositata una prima richiesta di archiviazione, ma il gip dispose nuove indagini. Nel 2014 fu effettuato un incidente probatorio su richiesta della Procura. I periti riconobbero un "rischio significativo" di esposizione a sostanze nocive nello stabilimento per circa 50 anni, ma tuttavia non sarebbe emersa la certezza di un "nesso causale tra le patologie sofferte e l'esposizione professionale ad asbesto".
In particolare, per i periti, tale relazione sarebbe stata possibile soltanto in tre casi (due ex lavoratori morti per leucemia e uno per linfoma gastrico), mentre per tutti gli altri sarebbero stati rilevati diversi fattori di rischio, primo fra tutti il tabagismo. In sette casi, ex operai deceduti per neoplasie pomonari, risultavano anche fumatori.