Inchiesta Lerario, l'ex dirigente informato delle 'cimici' negli uffici: perquisito giornalista della Regione
Un addetto stampa della Giunta regionale indagato per le ipotesi di reato di concorso in rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale: sarebbe stato informato, da un pubblico ufficiale in corso di identificazione, delle microspie, e lo avrebbe poi comunicato all'ex capo della Protezione civile
I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, su disposizione della Procura di Bari, hanno eseguito questa mattina una perquisizione nei confronti di un giornalista, redattore del servizio stampa della Giunta regionale Puglia, indagato per le ipotesi di reato di concorso in rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio nonché favoreggiamento personale.
Il provvedimento, spiega la Procura, è finalizzato "all’acquisizione di elementi probatori utili alla compiuta identificazione di un pubblico ufficiale che avrebbe rivelato - secondo l’ipotesi accusatoria e allo stato delle indagini - al citato redattore l’esistenza di dispositivi di captazione ambientale allocati in uffici della Regione Puglia in uso a Lerario Mario Antonio". Secondo le ipotesi accusatorie, sarebbe stato lo stesso redattore a informare l'ex dirigente regionale, arrestato lo scorso 23 dicembre nell'ambito di un'inchiesta su presunte tangenti, della presenza delle 'cimici' nel suo ufficio, "aiutandolo così a eludere le investigazioni della polizia giudiziaria". Secondo l'accusa, infatti, l'ex dirigente della Protezione civile regionale avrebbe fatto rimuovere le microspie dagli uffici.
In particolare, il giornalista sarebbe stato informato dalla presenza di 'cimici' in tre stanze degli uffici della Regione Puglia e, come emerge da una intercettazione ambientale relativa al mese di settembre - presente nel decreto di perquisizione e riportata dall'Ansa - lo avrebbe comunicato a Lerario. "Il decreto che disponeva la faccenda - avrebbe detto il giornalista secondo quanto riportato - che una manaccia me l'ha dato… me lo ha fatto leggere… disponeva qui… e non ho capito bene in quale altro…quale altra stanza …boh".
La perquisizione effettuata oggi dai finanzieri ha riguardato la casa, l'ufficio nella Regione e l'auto del giornalista, sequestrando supporti informatici, pc e telefoni cellulari "al fine di verificare - si legge nel decreto citato dall'Ansa - se nei giorni precedenti rispetto al rinvenimento delle cimici", il giornalista abbia "intrattenuto chat o effettuato chiamate voip con individui che, come dichiarato nel corso della conversazione, gli abbiano fatto leggere il decreto dispositivo delle intercettazioni ambientali in tre stanze".
(ultimo aggiornamento ore 15.10)
(foto di repertorio)