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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Presunte promesse d'incarichi in cambio del ritiro di una denuncia, indagati Stea e Campanelli: "Estranei ai fatti"

L'assessore regionale pugliese e il consigliere comunale barese, attraverso note, hanno espresso la loro posizione sulla vicenda giudiziaria

Hanno espresso la loro estranetà ai fatti l'assessore regionale al Personale, Gianni Stea, e il consigliere comunale barese, Salvatore Campanelli, in merito all'inchiesta per concorso in tentata induzione indebita a dare o promettere utilità, avviata dalla procura di Bari. L'indagine è coordinata dai pm Claudio Pinto e Savina Toscani.

Aggiornamento 31/10/23: archiviata l'inchiesta

"Sono completamente estraneo ai fatti che mi vengono addebitati - ha detto Campanelli in una nota -. Ho svolto il mio ruolo di consulente legale nell'interesse esclusivo dell'amministrazione e non ho mai chiesto contributi di alcun genere. Dominato da buon senso ho comunque deciso di rassegnare momentaneamente le dimissioni dalla presidenza della commissione urbanistica del Comune di Bari al fine di evitare che questa vicenda rallenti i lavori di urbanizzazione della città, rimettendo cosi il mandato nelle mani del sindaco e dell’intera cittadinanza con uno spirito di totale trasparenza nei confronti della comunità e di profonda fiducia nelle istituzioni. Sono sereno e nutro la più profonda fiducia nei confronti della magistratura, confidando nel fatto che senz’altro l’autorità giudiziaria mi dichiarerà totalmente estraneo e innocente rispetto ai fatti di cui sono accusato. Dagli atti d’indagine, costituiti da registrazioni ambientali autorizzate dalla Procura della Repubblica, nonché dalle dichiarazioni e accuse diffamatorie e calunniose (peraltro mosse da alcuni soggetti già coinvolti come indagati in altre inchieste giudiziarie simili), emerge chiaramente la totale infondatezza delle accuse mosse nei miei confronti" conclude Campanelli,

L'assessore Stea, attraverso una nota su Facebook, aveva chiarito la sua posizione: "Credo nella magistratura  - scrive - e nel servizio che rende ogni giorno al Paese e a tutela dei cittadini. Credo, non meno, nella presunzione di non colpevolezza consacrato dalla Costituzione non solo in mio favore, ma nei confronti di chiunque venga chiamato ad esercitare il sacrosanto diritto di difesa. Ho appreso dalla stampa che sono state concluse indagini nei miei confronti, non avendo ancora ricevuto alcun atto formale dalla Procura della Repubblica competente. Purtroppo devo constatare che toni e contenuti delle notizie già diffuse dai mezzi di comunicazione sembrano anticipare valutazioni e conclusioni che invece possono e devono essere effettuati nelle opportune sedi e con modalità, tempi e garanzie che sono propri di un Paese civile".

"Eserciterò appieno - aggiunge - il mio diritto di difesa nel luogo a ciò deputato, con la massima disponibilità e lealtà nei confronti di chi vorrà ascoltare le mie ragioni, offrendo fatti e circostanze utili all’accertamento della verità. Credo fermamente che i processi si debbano discutere solo nelle sedi giudiziarie ma non posso non tener conto che un giudizio sommario si è già instaurato nel contesto mediatico e ho il sacrosanto dovere, non solo il diritto, di affermare la mia piena estraneità alla vicenda oggetto della indagine della magistratura" rimarca Stea che, attraverso il suo legale Alessio Carlucci, chiderà di "essere ascoltato nei tempi più brevi" per ascoltare la sua versione dei fatti.

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