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Cronaca

Caso Tarantini, l'imprenditore: "Chiesi i soldi al premier per produrre protesi"

Nell'interrogatorio di garanzia davanti ai pm napoletani, Tarantini spiega come avrebbe impiegato il "prestito" di 500mila euro chiesto al premier. Emergono anche nuovi dettagli sugli incontri tra Laudati e il difensore dell'imprenditore

Mezzo milione di euro per avviare un'attività di produzione di protesi ortopediche. Durante l'interrogatorio del 3 settembre davanti ai pm napoletani che indagano sulla presunta estorsione a Berlusconi, Tarantini spiega invece che quei soldi, volontariamente prestati dal premier, sarebbero serviti ad avviare una nuova attività che permettesse all'imprenditore di risollevarsi dalle difficoltà economiche. Ma non solo. Durante l'incontro tra Berlusconi e i coniugi Tarantini, avvenuto a marzo scorso ad Arcore alla presenza di Valter Lavitola, uomo di fiducia del premier e intermediario del "prestito" a Tarantini, l'imprenditore avrebbe anche chiesto al premier di aiutarlo a sistemare i suoi processi. Una richiesta alla quale Berlusconi avrebbe risposto, racconta Tarantini, citando i processi in cui egli stessi era coinvolto, per dimostrare di non potergli offrire nessun aiuto.

A proposito degli incontri tra il suo legale, Nicola Quaranta, e il procuratore Laudati, di cui Tarantini parla a Lavitola nelle loro conversazioni telefoniche, l'imprenditore ammette di aver volutamente esagerato in modo da impressionare Lavitola e costringerlo ad organizzare l'incontro con Berlusconi. Con lo stesso obiettivo, Tarantini ammette di aver inventato la circostanza secondo cui Laudati avrebbe riferito a Quaranta di intercettazioni "preoccupanti" in mano ai pm. Intanto proprio ieri il difensore di Tarantini ha spiegato ai pm napoletani la natura dei suoi incontri con Laudati, asserendo di averlo incontrato solo tre volte e di essersi lamentato con il procuratore per l'atteggiamento "troppo punitivo" dei pm nei confronti di Tarantini.

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