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Cronaca

Medicina, 700 nuovi ammessi dopo il ricorso al Tar: facoltà a rischio caos

Il Tar del Lazio ha stabilito l'iscrizione in sovrannumero degli studenti che hanno presentato ricorso denunciando irregolarità durante i test. Ma il preside della facoltà lancia l'allarme: non ci sono aule e docenti sufficienti

Si rischia il caos alla facoltà di Medicina dopo la decisione del Tar del Lazio, che ha accolto il ricorso presentato dagli studenti dopo il caso del plico manomesso ai test di ammissione. I giudici del Tribunale amministrativo del Lazio hanno stabilito l'ammissione in sovrannumero con riserva dei ricorrenti: più di duemila in tutta Italia, circa 700 soltanto a Bari.

Una situazione che però rischia di mandare in tilt la facoltà, alle prese con la mancanza di spazi e di docenti. Questi ultimi, dai 450 di sei anni fa sono diventati 340, e nuove assunzioni non sarebbero possibili a causa dei tagli e dei vincoli imposti dal governo nazionale. A lanciare l'allarme è stato il preside di Medicina, Paolo Livrea, che ha contattato il rettore Uricchio per capire come organizzarsi e reperire spazi adeguati, anche considerando l'inizio piuttosto ravvicinato delle lezioni, che prenderanno il via ad inizio ottobre. Il Rettore a sua volta ha annunciato che informerà della questione il Ministero, per capire come procedere.

Dall'altra parte ci sono le associazioni studentesche, che proprio in virtù della recente decisione del Tar del Lazio, tornano a chiedere con forza l'abolizione del numero chiuso. "Pur essendo soddisfatti del fatto che innumerevoli studenti potranno accedere al percorso formativo universitario senza transitare attraverso test nozionistici del tutto inutili ai fini della formazione del corpo sanitario, - scrivono gli studenti di Link Bari in una nota - ci rendiamo conto che tale risultato non mette affatto in discussione il dubbio sistema delle barriere all'accesso ma è relativo solo a errori di espletamento della prova". "Chiediamo - concludono - che il Miur ed il suo Ministro, oltre a rifinanziare gli Atenei duramente colpiti dai tagli negli ultimi anni permettendogli così di accogliere gli studenti in sovrannumero, si interroghino ed assumano la responsabilità politica dell'ingiustizia sociale generata dalla limitazione all'accesso ai gradi più alti della formazione che lede il diritto allo studio e il diritto alla salute, impedendo la formazione dei medici necessari al funzionamento del nostro sistema sanitario e ragionino seriamente insieme agli stessi studenti su come eliminare tale sistema".

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