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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Leucemia Mieloide Cronica, a Bari l'incontro organizzato dall'Ail

Medici e pazienti si incontrano a Bari per scoprire cosa fa oggi la Scienza e cosa c’è da attendersi per il futuro

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

La Leucemia Mieloide Cronica (LMC), che in Italia colpisce ogni anno dalle 700 alle 800 persone, oggi fa meno paura. Se fino agli anni ‘90 la malattia risultava spesso mortale, ora può essere controllata grazie ai farmaci ‘intelligenti’ capaci di andare a influire direttamente sul meccanismo genetico delle cellule malate. Grazie a queste terapie l’aspettativa di vita di un paziente colpito da questa forma di leucemia è del tutto simile a quella di un coetaneo sano.

Nasce dunque all’insegna dell’ottimismo l’Incontro organizzato dal “Gruppo AIL Pazienti LMC” che riunisce a Bari, sabato 23 novembre, dalle ore 9.00, a Villa Romanazzi (Via Giuseppe Capruzzi 326), medici e pazienti per discutere insieme sulle nuove opzioni terapeutiche.

La Riunione barese sarà introdotta dalla Prof.ssa Giuseppina Belli D’Elia, Presidente della Sezione AIL Bari, e vedrà la partecipazione della Prof.ssa Giorgina Specchia, Direttore dell'unità operativa di Ematologia con Trapianto al Policlinico di Bari (ospedale Giovanni XXIII), del Prof. Giuseppe Saglio, Professore Ordinario di Medicina Interna ed Ematologia dell’Università di Torino - Ospedale Universitario
S. Luigi Gonzaga di Orbassano (TO), del Dott. Felice Bombaci, Responsabile del Gruppo Pazienti LMC dell’AIL, e di medici e pazienti provenienti dalle regioni Basilicata, Molise e Puglia.

A spiegare l’importanza della Riunione e i numerosi vantaggi che vengono da uno scambio costante di dati e informazioni sulla patologia è la Prof.ssa Specchia. “Nella regione Puglia – spiega l’Ematologa - già da alcuni anni è attivo il Gruppo Regionale Pugliese (REP) con l’obiettivo di organizzare periodici incontri di aggiornamento, scambio di informazioni, definizione di comuni percorsi diagnostico-terapeutici e raccolta ed elaborazione dati sulla qualità degli iter di diagnosi e di cura. La Rete per la LMC in Puglia coinvolge nove centri di Ematologia contribuisce a ottimizzare sempre di più la Qualità della Vita dei pazienti per dare risposte ai diversi quesiti che soprattutto i giovani ci pongono quotidianamente”.

L’arrivo delle terapie mirate ha rappresentato una vera rivoluzione nel trattamento della LMC consentendo, in moltissimi casi, il controllo della malattia. Oggi l’introduzione di farmaci di seconda generazione ha permesso di raggiungere altissime percentuali di sopravvivenza e, in caso di Risposta Molecolare Completa, si può addirittura parlare di guarigione dalla malattia.

“Mediamente il 40-50% dei pazienti che ottengono la Risposta Molecolare Completa, ossia un livello talmente basso di cellule leucemiche residue da non poter più essere evidenziato con le comuni tecniche di monitoraggio, potrebbe raggiungere l’obiettivo della guarigione, ovvero la sospensione del trattamento senza andare incontro a recidive” spiega il Prof. Giuseppe Saglio.

“I successi ottenuti in questo campo - afferma il Dott. Felice Bombaci - sono anche il frutto di un’efficace sinergia fra comunità scientifica e l’impegno nella ricerca delle aziende. Elemento fondamentale della terapia e tema centrale dell’attuale convegno, è infatti la “compliance”, cioè l’aderenza alla cura. È indispensabile che la terapia venga seguita con grande attenzione dai pazienti e i medicinali siano assunti nei tempi e nei dosaggi corretti.

“In questo scenario –prosegue Bombaci - Il Gruppo vuole essere un punto di riferimento per tutti i malati, che possono trovare uno strumento di auto e mutuo aiuto. La non aderenza alle terapie dei pazienti con leucemia mieloide cronica si attesta a oltre il 30%, come evidenziano i risultati di un’indagine internazionale condotta a fine 2012 cui ha partecipato il nostro Gruppo. La non assunzione delle terapie secondo la prescrizione medica è molto spesso la causa della mancata risposta ai trattamenti. Anche per questo sono convinto che sia necessario lavorare insieme, medici e ricercatori e pazienti verso un approccio onnicomprensivo e non fermarsi solo a combattere la “malattia”. È importante comprendere il vissuto del malato, l’impatto che la “patologia” ha sulla sua vita e su quella delle persone con cui lui si relaziona”.

Incontri come questo, oltre ad offrire un ampio panorama scientifico sul presente
e sul futuro di una malattia che oggi può essere controllata, sono fondamentali per lo sviluppo di un ottimale dialogo medico-paziente e per aumentare la consapevolezza della malattia.

La Leucemia Mieloide Cronica (LMC), che in Italia colpisce ogni anno dalle 700 alle 800 persone, oggi fa meno paura. Se fino agli anni ‘90 la malattia risultava spesso mortale, ora può essere controllata grazie ai farmaci ‘intelligenti’ capaci di andare a influire direttamente sul meccanismo genetico delle cellule malate. Grazie a queste terapie l’aspettativa di vita di un paziente colpito da questa forma di leucemia è del tutto simile a quella di un coetaneo sano.

Nasce dunque all’insegna dell’ottimismo l’Incontro organizzato dal “Gruppo AIL Pazienti LMC” che riunisce a Bari, sabato 23 novembre, dalle ore 9.00, a Villa Romanazzi (Via Giuseppe Capruzzi 326), medici e pazienti per discutere insieme sulle nuove opzioni terapeutiche.

La Riunione barese sarà introdotta dalla Prof.ssa Giuseppina Belli D’Elia, Presidente della Sezione AIL Bari, e vedrà la partecipazione della Prof.ssa Giorgina Specchia, Direttore dell'unità operativa di Ematologia con Trapianto al Policlinico di Bari (ospedale Giovanni XXIII), del Prof. Giuseppe Saglio, Professore Ordinario di Medicina Interna ed Ematologia dell’Università di Torino - Ospedale Universitario
S. Luigi Gonzaga di Orbassano (TO), del Dott. Felice Bombaci, Responsabile del Gruppo Pazienti LMC dell’AIL, e di medici e pazienti provenienti dalle regioni Basilicata, Molise e Puglia.

A spiegare l’importanza della Riunione e i numerosi vantaggi che vengono da uno scambio costante di dati e informazioni sulla patologia è la Prof.ssa Specchia. “Nella regione Puglia – spiega l’Ematologa - già da alcuni anni è attivo il Gruppo Regionale Pugliese (REP) con l’obiettivo di organizzare periodici incontri di aggiornamento, scambio di informazioni, definizione di comuni percorsi diagnostico-terapeutici e raccolta ed elaborazione dati sulla qualità degli iter di diagnosi e di cura. La Rete per la LMC in Puglia coinvolge nove centri di Ematologia contribuisce a ottimizzare sempre di più la Qualità della Vita dei pazienti per dare risposte ai diversi quesiti che soprattutto i giovani ci pongono quotidianamente”.

L’arrivo delle terapie mirate ha rappresentato una vera rivoluzione nel trattamento della LMC consentendo, in moltissimi casi, il controllo della malattia. Oggi l’introduzione di farmaci di seconda generazione ha permesso di raggiungere altissime percentuali di sopravvivenza e, in caso di Risposta Molecolare Completa, si può addirittura parlare di guarigione dalla malattia.

“Mediamente il 40-50% dei pazienti che ottengono la Risposta Molecolare Completa, ossia un livello talmente basso di cellule leucemiche residue da non poter più essere evidenziato con le comuni tecniche di monitoraggio, potrebbe raggiungere l’obiettivo della guarigione, ovvero la sospensione del trattamento senza andare incontro a recidive” spiega il Prof. Giuseppe Saglio.

“I successi ottenuti in questo campo - afferma il Dott. Felice Bombaci - sono anche il frutto di un’efficace sinergia fra comunità scientifica e l’impegno nella ricerca delle aziende. Elemento fondamentale della terapia e tema centrale dell’attuale convegno, è infatti la “compliance”, cioè l’aderenza alla cura. È indispensabile che la terapia venga seguita con grande attenzione dai pazienti e i medicinali siano assunti nei tempi e nei dosaggi corretti.

“In questo scenario –prosegue Bombaci - Il Gruppo vuole essere un punto di riferimento per tutti i malati, che possono trovare uno strumento di auto e mutuo aiuto. La non aderenza alle terapie dei pazienti con leucemia mieloide cronica si attesta a oltre il 30%, come evidenziano i risultati di un’indagine internazionale condotta a fine 2012 cui ha partecipato il nostro Gruppo. La non assunzione delle terapie secondo la prescrizione medica è molto spesso la causa della mancata risposta ai trattamenti. Anche per questo sono convinto che sia necessario lavorare insieme, medici e ricercatori e pazienti verso un approccio onnicomprensivo e non fermarsi solo a combattere la “malattia”. È importante comprendere il vissuto del malato, l’impatto che la “patologia” ha sulla sua vita e su quella delle persone con cui lui si relaziona”.

Incontri come questo, oltre ad offrire un ampio panorama scientifico sul presente
e sul futuro di una malattia che oggi può essere controllata, sono fondamentali per lo sviluppo di un ottimale dialogo medico-paziente e per aumentare la consapevolezza della malattia.

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