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Cronaca

Dalla storia di Luigi all'appello alle mamme in difficoltà: "Partorire in anonimato in ospedale si può"

Il primario di Neonatologia del Policlinico, Laforgia: "Nella vicenda di Luigi un segnale positivo, ma è importante anche dire che si può partorire in sicurezza mantenendo l'anonimato". Per il piccolo una vera e propria 'gara di solidarietà': "Ma per l'affido ci sono procedure precise, deciderà il Tribunale"

Per lui, nel reparto di Neonatologia del Policlinico di Bari, in due giorni sono arrivate tantissime mail e telefonate: "Ci sono persone che si offrono di adottarlo, o che offrono il loro sostegno". Una vera e propria 'gara di solidarietà' per Luigi, il bimbo di pochi giorni lasciato domenica scorsa dai genitori nella culla termica della parrocchia 'San Giovanni Battista', a Poggiofranco. A raccontarlo è il primario del reparto, Nicola Laforgia, nel frattempo nominato tutore legale del neonato dal Tribunale di Minori, in attesa delle necessarie valutazioni sull'affido del piccolo.

Luigi è arrivato nel reparto di Neonatologia domenica mattina, quando quello squillo sul cellulare di don Antonio Ruccia, parroco di San Giovanni Battista, ha segnalato la sua presenza nella culla termica installata in un locale adiacente alla chiesa. Un'iniziativa, quella della 'culla per la vita', avviata dalla parrocchia nel 2014 proprio in collaborazione con il reparto di Neonatologia del Policlinico. E domenica scorsa, per la prima volta, la culla ha accolto una piccola vita. Accanto a quel fagottino avvolto in una  tutina a strisce bianche e blu, un biglietto dei genitori: poche parole - la sua data di nascita, il nome, il messaggio rivolto al piccolo: 'ti ameremo per sempre' - che raccontano tutto l'amore e la sofferenza dietro quella scelta di 'affidare' il proprio bambino a chi possa prendersene cura.

Le condizioni di Luigi, sin dal suo arrivo in ospedale, sono state buone. "Sta benissimo", conferma Laforgia. Il piccolo per ora è affidato alle laforgia Nicola-2cure della sua prima 'nuova famiglia', quella del personale del reparto di Neonatologia che l'ha accolto. Tantissime, come detto, sono state le richieste anche di adozione giunte per lui in queste ore, ma, al di là dello slancio di solidarietà, ci sono procedure precise da seguire e le valutazioni sul caso spettano solo al Tribunale dei Minori, come tiene a ricordare Laforgia: "A decidere è il tribunale dei minori, che ovviamente effettua tutte le valutazioni per affidare il bambino a coppie che sono già nell'elenco, in attesa di adozione, che vengono valutate. Qualcuno pensa che sia possibile fare un affidamento, un'adozione diretta, ma va spiegato che non è così. Le offerte di aiuto che arrivano, vengono girate al Tribunale dei minori perché facciano le loro valutazioni. In questo momento la situazione è delicata sotto tutti i punti di vista".  Anche sulla possibilità di rintracciare i genitori naturali di Luigi, Laforgia è cauto, invita a "spegnere le luci" sulla vicenda e a lasciar  lavorare gli organi competenti: "Sono approcci che vanno fatti da persone preparate, con i ruoli giusti, e non possono essere fatti sotto i riflettori altrimenti si rischia di fare più danni. Il Tribunale dei Minori farà la sue valutazioni e i suoi passi".

Di certo, nella storia di Luigi, che tanta emozione ha suscitato, c'è un invito a riflettere, senza giudicare la scelta di quei genitori. Ed è anche l'occasione, per il primario di Neonatologia, per rilanciare un appello rivolto a chi, in attesa di un bambino, si trova in difficoltà: "Nel caso di Luigi c'è un bambino che è vivo, che sta bene e che rappresenta probabilmente un segnale positivo in un momento così difficile come questo: i genitori hanno scelto di affidarlo, la loro non è stata una scelta di abbandono estremo. Ma questa vicenda ci dice che possono esserci grandi difficoltà. Per questo è sempre necessario informare le persone che c'è la possibilità di partorire in sicurezza in ospedale, in anonimato, evitando quello che può essere un salvataggio estremo come nel caso della culla per la vita. Per fortuna Luigi era in ottime condizioni, ma se si partorisce a casa o in situazioni non sicure, rischiano la vita sia la gestante che il bambino. Di fronte alle difficoltà, è bene affidarsi agli ospedali, dove si può partorire in anonimato e avere tutto il sostegno del caso (anche per l'eventuale procedura di adozione, ndr), facendo il bene sia della mamma che del bambino".

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