rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Lotte e alleanze per il potere, le 'comparanze' per espandersi oltre la città: i clan baresi fotografati dalla Dia

Nella relazione stilata dalla Direzione Investigativa Antimafia per il primo semestre 2018, il quadro dei gruppi criminali del capoluogo: estorsioni e spaccio restano le attività principali, si conferma la tendenza a stringere alleanze per allargare il controllo del territorio

"Un unico sistema criminale sotto l’egida di una o più famiglie del capoluogo, collegato alla Società foggiana ed alla SCU, con reciproco riconoscimento quali organizzazioni autonome": così la Direzione Investigativa Antimafia, nel suo rapporto semestrale (relativo al periodo gennaio-giugno 2018, consultabile a questo link) definisce la 'camorra barese'. Una relazione, quella della Dia, che fotografa lo scenario criminale nel capoluogo e nella provincia barese.

Le 'comparanze' per estendere il controllo oltre la città: le operazioni Porto e Pandora

Nella città di Bari si conferma la presenza di associazioni criminali "di soggetti legati tra loro da vincoli di parentela o reclutati attraverso rituali di affiliazione tipici delle organizzazioni camorristiche", con il rafforzamento di una tendenza già individuata nelle precedenti relazioni: quella all'espansione verso il territorio extra-cittadino, "con una fitta rete di interconnessioni (alleanze criminali denominate “comparanze”), che sconfinano anche oltre la provincia (in particolare, nella vicina Bat)". Una 'mobilità' connessa non soltanto alla commissione di reati, ma anche alla necessità di trovare canali di approvvigionamento di armi e droga, o di fornire una migliore protezione ai propri membri in caso di latitanza. "In particolare - si legge nella relazione della Dia - l’operazione “Porto” (aprile 2018, ndr) ha fatto luce sul progetto espansionistico del capoclan Capriati verso il comune di Mola di Bari, dove, per il tramite di un pregiudicato locale, aveva imposto ad operatori commerciali del luogo di acquistare ogni tipo di mercanzia, secondo il modus operandi già sperimentato nel capoluogo". Ma una conferma di questa dinamica proviene anche dall'operazione Pandora (giugno 2018), che ha riguardato i clan Mercante-Diomede e Capriati, storicamente tra loro alleati per ragioni strategico/militari. L'indagine, ricorda la Dia, "ha documentato il crescente e significativo ruolo assunto nel panorama criminale pugliese, anche grazie ai conclamati rapporti con esponenti della Società foggiana e della SCU, ne ha, inoltre, disarticolato le ramificazioni nella provincia - che i due sodalizi potevano vantare grazie a rituali di affiliazioni e comparanze - confermando la storica rivalità con i clan baresi Telegrafo e Strisciuglio. L'operazione ha messo anche in luce come i due gruppi coinvolti "avessero mire espansionistiche nella provincia, puntando ad una presenza capillare sul territorio mediante la “razionale suddivisione delle attività illegali tra i vari sodali" (per  il  clan Capriati, la Dia cita le articolazioni operative su Bitonto, Valenzano, Triggiano, Terlizzi, Ruvo di Puglia, Corato e Molfetta, nonché, nella Bat, su Bisceglie e Trani. Per il clan Mercante-Diomede, quelle su Triggiano, Adelfia, su Altamura, Gravina e su Bitonto).

I clan baresi tra controllo dei quartieri, faide interne e alleanze

Per quanto riguarda le dinamiche interne ai gruppi criminali, le operazioni concluse nel primo semestre 2018, "hanno evidenziato - scrive la Dia - lotte intestine volte ad assumere il comando dei clan, accordi tra compagini diverse tesi ad evitare la spiralizzazione dei contrasti e connivenze nella gestione degli affari criminali anche tra gruppi in passato rivali. Inoltre, non sono mancati repentini cambi di fronte di alcuni sodali". Il clan Strisciuglio, storicamente legato al Borgo Antico di Bari, risulta "articolato in più gruppi operativi, facenti capo ciascuno ad un proprio responsabile sulla base di una suddivisione territoriale (per quartiere), talora rafforzata da una tendenziale ripartizione per settore criminale. Tra i clan baresi risulta quello caratterizzato da un maggior tasso di dinamicità criminale ed efferatezza nella realizzazione di reati-fine". Risultano legati al clan Strisciuglio i gruppi dei Telegrafo e dei Misceo, operanti nel quartiere San Paolo. 
L’espansione del clan Capriati, "già operante nel Borgo Antico del comune di Bari e nelle aree limitrofe - che aveva acquisito il controllo della piazza di spaccio su Bari Vecchia, precedentemente in capo agli Strisciuglio" è stata stroncata grazie alle operazioni “Porto” e “Pandora”, che hanno messo in luce l'escalation criminale del sodalizio, riorganizzato da due fratelli (nipoti del capoclan detenuto) "in un’articolata struttura criminale, con collegamenti nei comuni di Bitonto, Mola, Valenzano Giovinazzo e Putignano". Per quanto riguarda il quartiere Japigia, appaiono "ricomposte - scrive la Dia - le frizioni, registrate nel recente passato, tra il clan Parisi e quello dei Palermiti". In particolare, "il clan Parisi continuerebbe a gestire il business delle macchinette da gioco e delle scommesse on line". Nel contiguo quartiere Madonnella, "appare in bilico l’alleanza Di Cosimo/Rafaschieri, da sempre vicino al sodalizio dei Parisi-Palermiti, stante la politica scissionista attuata da uno dei boss del clan Di Cosimo. Il clan Di Cosola, fortemente indebolito da operazioni di polizia e collaborazioni avviate da alcuni suoi elementi di vertici (tra cui lo stesso capoclan Antonio Di Cosola) "resta attivo nelle estorsioni e nello spaccio di stupefacenti, soprattutto nei quartieri di Carbonara, Ceglie del Campo e Loseto, con influenza anche sui vicini comuni di Valenzano, Adelfia, Bitritto, Sannicandro di Bari e Giovinazzo".

Le attività dei clan: da spaccio ed estorsioni alle infiltrazioni nelle attività economiche

Per quanto riguarda le attività illecite, al primo posto degli interessi dei clan si conferma lo spaccio di droga, "con continui tentativi di accrescerne il controllo mediante comparanze, contingenti connivenze o spartizione delle competenze". Come emerso dall'operazione 'Shefi', che ha portato all'esecuzione, in Italia, Albania e Romania, di una misura cautelare nei confronti di 43 soggetti – pluripregiudicati italiani, alcuni dei quali condannati per associazione di tipo mafioso, ed albanesi - ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico internazionale di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, sull’asse Albania-Puglia, destinata all’approvvigionamento dell’intero territorio nazionale. Tra le principali attività criminali esercitate si confermano anche le estorsioni, il controllo del gioco d’azzardo, l’usura, i reati contro il patrimonio (furti in appartamento e rapine) condotte da gruppi specializzati di sodali. Ma le recenti operazioni segnalano anche un tentativo sempre più forte, da parte dei gruppi criminali, di infiltrarsi nel tessuto economico e imprenditoriale: "Oltre a condizionare l’economia locale attraverso le pressanti condotte estorsive ed usurarie - sottolinea la Dia nella sua relazione - i sodalizi più strutturati mirano all’infiltrazione dei circuiti legali dell’economia e della finanza con il reinvestimento dei capitali illeciti in attività imprenditoriali “mafiose”, con propensione particolare al gioco d’azzardo on line.  L’obiettivo è quello di acquisire posizioni dominanti di monopolio, andando a distorcere le normali regole del mercato e della concorrenza, e di impadronirsi delle notevoli risorse economiche derivanti dall’aggiudicazione di servizi pubblici in appalto. I settori economici maggiormente investiti dal fenomeno restano la ristorazione, il commercio, l’edilizia, l’agroalimentare, il turismo, la grande distribuzione, i servizi pubblici essenziali, come quello dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. L’evoluzione verso una mafia imprenditoriale è stata confermata anche diversi provvedimenti interdittivi adottati, nel semestre, dal Prefetto di Bari nei confronti di società i cui titolari sono stati ritenuti organici ad alcuni dei clan più strutturati della provincia".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lotte e alleanze per il potere, le 'comparanze' per espandersi oltre la città: i clan baresi fotografati dalla Dia

BariToday è in caricamento