Mafia, sequestrati beni per 100 milioni a imprenditore del settore calzaturiero
Sigilli al patrimonio di un noto imprenditore di Andria: tra i beni sotto sequestro, anche un'industria manifatturiera e due società per la commercializzazione delle scarpe, con punti vendita in tutta la regione
Appartamenti, negozi, auto di lusso, conti correnti e un'industria manifatturiera di calzature, prodotte anche su commissione di noti marchi nazionali. Un patrimonio del valore di 100 milioni di euro quello sequestrato questa mattina dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, che stanno eseguendo un decreto emesso dal Tribunale di Trani – Sezione Misure di Prevenzione su proposta della Procura della Repubblica di Trani.
Nel mirino del Tribunale il patrimonio di un imprenditore di Andria, un 59enne con precedenti penali: "La misura - spiega una nota dei carabinieri - è stata adottata ai sensi del c.d. “Codice Antimafia” che prevede il sequestro e la successiva confisca di beni accumulati illecitamente da soggetti ritenuti socialmente pericolosi e che abbiano evidenziato un tenore di vita sproporzionato rispetto al reddito dichiarato".
LE INDAGINI SUL PATRIMONIO - I carabinieri del Reparto Operativo di Bari hanno passato al setaccio la vita dell’imprenditore e del suo nucleo familiare, risalendo fino agli anni 90, anche perché prima non è stato possibile rintracciare redditi significativi. L’attenzione si è concentrata sul periodo 1991 – 2009, dove il reddito dichiarato è stato abbondantemente inferiore alle spese sostenute, a fronte di poco più di 2 milioni di euro dichiarati, le spese sono state di quasi 3 milioni e mezzo di euro, circa 1.200.000 euro in più dei redditi dichiarati.
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IL PROVVEDIMENTO DEL TRIBUNALE - All'esito delle indagini, i redditi, ufficiali e non, sono apparsi sin da subito incompatibili con un patrimonio complessivo stimato in 100 milioni di euro circa, da qui l’immediata richiesta dei provvedimenti di sequestro ai quali seguirà un’ulteriore valutazione da parte del Tribunale di Trani per arrivare alla confisca definitiva, che, se adottata, comporterà l’acquisizione di tutti i beni da parte dello Stato. Nessun rischio per i lavoratori, in quanto le società sequestrate potranno continuare ad operare sotto la guida di un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale.
I BENI SEQUESTRATI - Tra i beni sequestrati un’industria manifatturiera di calzature, prodotte anche su commissione di noti marchi nazionali, due società di investimento immobiliare, due società che gestiscono il commercio e l’esportazione all’estero di calzature con punti vendita al dettaglio ubicati in Andria, Bitonto, Foggia e Gallipoli, una villa, quattro appartamenti e nove immobili ad uso commerciale, 42 conti correnti presso 20 istituti di credito e 18 auto (tra cui un Porsche Panamera).
