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Cronaca

I marò non rischiano la pena di morte, l'India evoca l'attenuante della "buona fede"

Da Mosca il ministro degli Esteri indiano Salman Kurshid torna a parlare della vicenda dei due fucilieri pugliesi, escludendo il rischio della pena di morte. Secondo il ministro il processo durerà altri due-tre mesi

I due marò pugliesi non rischiano la pena di morte. E' quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate oggi dal ministro degli Esteri indiano Salman Kurshid e riportate dell'Ansa. Da Mosca Kurshid è tornato a parlare della vicenda che vede coinvolti i due fucilieri Massimilano Latorre e Salvatore Girone, sotto processo in India con l'accusa di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati.

Salman Kurshid ha ricordato che nella legge indiana esiste "un'attenuante molto cruciale, quella della buona fede". "Se uno agisce in buona fede - ha sottolineato - non c'é colpevolezza penale".  Kurshid ha auspicato anche che la collega Emma Bonino "venga informata a breve adeguatamente" sul caso e che "possa metterlo nella giusta prospettiva" considerando fugati i dubbi sull'eventualità di una pena di morte.

Il ministro ha poi avanzato alcune ipotesi sulla durata del processo. "Le mie stime sono due-tre mesi circa", ha detto Kurshid, ricordando che il tribunale speciale ad hoc "lavorerà ogni giorno e solo su questo caso". "La corte deciderà velocemente. L'unico ritardo, ma non grande, può derivare da testimoni italiani che non sono in India e che devono venire a deporre", ha aggiunto riferendosi ai tempi di notifica. Molto dipende anche, ha proseguito, dalla tempestività degli avvocati nel presentare i testimoni. "Non ho visto direttamente le prove ma dall'impressione generale credo che non sarà difficile per la corte decidere. I fatti sono molto chiari, richiedono solo una presentazione formale", ha osservato. "Sfortunatamente il fatto resta, non possiamo cancellarlo, ma sarà la corte a decidere se è stato un incidente o meno", ha aggiunto.

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