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Fermata metro Cecilia, Giannini: "Siamo in dirittura d'arrivo". Ma l'area è una discarica a cielo aperto

Pronta da più di sei mesi, per l'apertura dei cancelli bisogna attendere però il parere positivo dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie. I residenti: "Spaventati dai tralicci dell'alta tensione"

Siamo in dirittura d'arrivo. Attendiamo solo che Ferrotramviaria ci comunichi il parere positivo sul progetto dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie". È l'assessore regionale alla mobilità Giovanni Giannini a sciogliere i dubbi sui ritardi per l'apertura della fermata metro Cecilia, nel quartiere San Paolo di Bari. L'opera è pronta da almeno sei mesi, ma è proprio un ultimo permesso a bloccare l'apertura dei cancelli. Anche i residenti del quartiere attendono da tempo la messa a regime della fermata, "un servizio che ci era stato promesso già a giugno di due anni fa", racconta uno di loro, che abita in uno dei palazzoni alle spalle della struttura.

Se l'edificio che occupa la fermata è in condizioni perfette, lo stesso non si può dire dell'area circostante. Come mostrano le immagini girate durante un sopralluogo, in zona crescono rigogliose le erbacce, all'interno di immensi campi dove è stato abbandonato ogni tipo di rifiuto: cartacce, pezzi vetro e bottiglie di plastica, pacchetti di sigarette, persino resti di materiale da costruzione, manufatti in legno e nastri di protezione del cantiere. Abbandonati ovunque nelle aree verdi della piazzetta dove svetta la costruzione,

E l'immondizia non è l'unico fattore a preoccupare i residenti dei palazzi circostanti. "Li sentite i ronzii? - prosegue il residente -. Sembrerebbero provenire dai tralicci dell'alta tensione, che sono lì da almeno 20 anni. Temiamo per la nostra salute, visto che questo rumore a noi sembra anomalo e potrebbe rivelare la presenza di forte inquinamento elettromagnetico nell'area".

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