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Cronaca

Sbarcati a Bari i 605 salvati dalla nave Geo Barents: "Quattro giorni in mare senza più acqua né cibo"

Provengono in gran parte da Siria, Palestina, Egitto e Bangladesh. Nel gruppo anche 151 minorenni di cui 20 hanno meno di 13 anni e il più piccolo solo pochi mesi

Erano partiti da un porto della Libia, in 605, a bordo di una piccola nave. Ammassati per 4 giorni in mare, in attesa di sbarcare sulle coste italiane, senza più cibo né acqua e sempre più provati dalla durezza della traversata. E' così che sono stati rinvenuti e tratti in salvo nel mare di Sicilia i migranti giunti oggi a Bari con la nave di soccorso Geo Barents di Medici Senza Frontiere. I volontari, assieme al personale della Guardia Costiera e alle Forze dell'Ordine, li hanno recuperati in mare aperto e dopo circa un giorno e mezzo di ulteriore navigazione, la nave è approdata nel porto di Bari, scalo di destinazione scelto dalle autorità. Si tratta del terzo sbarco di una nave di soccorso da dicembre 2022 nel capoluogo pugliese. 

Il Comune: "Tanti i minori non accompagnati"

In particolare, tra i 605 migranti, provenienti in gran parte da Siria, Palestina, Egitto e Bangladesh, vi sono anche 151 minorenni di cui 20 hanno meno di 13 anni e il più piccolo solo pochi mesi. Nel gruppo vi sono anche 11 donne. Dopo l'approdo di ieri sera sulla banchina del terminal crociere dello scalo marittimo barese, stamane sono cominciate le operazioni di sbarco e assistenza. I migranti, a gruppi, scendono dalla nave, vengono assistiti (in base al piano predisposto dall'Asl Bari) dagli operatori della Croce Rossa e da altre associazioni di volontariato e quindi vengono sottoposti alla trafila burocratica con identificazione e fotosegnalamento: "Siamo in contatto continuo con la Prefettura - spiega l'assessora cittadina al Welfare, Francesca Bottalico - e la Procura dei minorenni nel caso specifico dei più giovani non accompagnati. Per loro abbiamo previsto un gruppo sociosanitario che si dedicherà a loro anche perchè si tratta di un numero tra i più alti mai ravvisati" in uno sbarco gestito a Bari.

"Dopo il riconoscimento - ha rimarcato Bottalico - avverranno gli smistamenti dei minori non accompagnati nelle comunità della regione". L'accoglienza dei migranti coinvolgerà varie aree d'Italia, tra cui la Lombardia, il Veneto, le Marche e la Campania. Per quanto riguarda l'immediata assistenza, tra i volontari impiegati vi sono quelli di In.Con.Tra: "Abbiamo fornito scarpe, kit per bambini, igienizzanti e acqua - ha affermato Michele Tataranni, presidente dell'associazione - anche dispiegando qui il nostro camper e un furgone. C'è stata una risposta davvero meravigliosa dei cittadini, delle parrocchie e dei volontari. Di fatto abbiamo azzerato le nostre riserve di magazzino per far fronte a questa emergenza". In tutto sono quaranta gli operatori di In.Con.Tra attivi al porto suddivisi in tre turni per far fronte ad ogni evenienza.

A rendersi immediatamente conto della difficile situazione in mare, assieme alla Guardia Costiera, sono stati gli operatori di Msf: "I migranti - ha affermato Fulvia Conte, responsabile soccorsi di Medici Senza Frontiere - hanno affrontato un viaggio pericolosissimo e drammatico. In Libia avevano subito anche violenze e in alcuni casi ci hanno raccontato di famiglie torturate davanti ai loro bambini". E proprio i più piccoli, aggiunge Conte, "hanno bisogno di cure mediche e psicologiche. Questa - ha rimarcato - è la rotta più mortale al mondo ma chi fugge dal proprio Paese ci racconta che è più sicura rispetto alla terra". Le operazioni di sbarco e di accoglienza dovrebbero durare almeno fino a domani: "Ci auguriamo - sottolinea Conte - che vi sia velocità e allo stesso tempo cura. E' stato complicato soccorrerli non tanto per le condizioni del mare ma per la presenza di un altissimo numero di persone a rischio della propria vita. Molti di loro dopo vari giorni di mare erano deboli e provati". Al momento l'Asl non segnala situazioni particolari con un sistema di emergenza messo a punto nel dettaglio: sei le ambulanze a disposizione e allertati diversi ospedali tra cui il Policlinico e il San Paolo a Bari nonché quelli di Altamura, Monopoli e Corato.

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