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Cronaca

Ucciso in strada nel quartiere Cecilia, due arresti per l'omicidio Mercante nel 2005: vendetta per 'l'affronto' al clan rivale

Le indagini sulla morte del 48enne Amleto Mercante, fratello del presunto capoclan Giuseppe: si tratterebbe del presunto autore materiale e di un complice

I carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale di Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di due soggetti indagati per omicidio, porto e detenzione illegale di armi, aggravati dal metodo mafioso e in concorso.

I due, allo stato detenuti per altra causa, sono ritenuti i responsabili dell'omicidio di Amleto Mercante, 48 anni, avvenuto la sera del 27 settembre 2005 nel quartiere Cecilia, zona al confine tra il San Paolo e Modugno. Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip, uno degli indagati, a bordo dell’autovettura condotta dal presunto complice, avrebbe raggiunto e ucciso il 48enne mediante l’esplosione ravvicinata di ripetuti colpi di pistola. Il provvedimento è stato eseguito nei confronti del 52enne Giuseppe Caputo, ritenuto esecutore materiale dell’omicidio, e del 46enne Sebastiano Petrone, che avrebbe guidato l’auto che portò il killer sul luogo dell’agguato.

Le indagini, coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, e condotte, in diverse fasi, dai militari del Nucleo Investigativo e del ROS Carabinieri anche mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento, e per mezzo di attività tecniche, supportate da diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito "di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati". 

In particolare, secondo la tesi accusatoria, l’omicidio si inquadrerebbe in ambito mafioso, nel conflitto tra due clan rivali. Nel dettaglio, secondo gli invetigatori l'omicidio di Mercante sarebbe stato "una ritorsione per un gesto sacrilego e oltraggioso da lui commesso nei confronti di un appartenente ad altro clan", che lo stesso Mercante riteneva responsabile di una rapina perpetrata in danno della nipote. Mercante, secondo la tesi accusatoria, avrebbe prima percosso il presunto affiliato al clan rivale e poi ne avrebbe oltraggiato la memoria del defunto padre, strappandogli dal collo la medaglietta con la foto dell'uomo.

Le indagini avrebbero permesso, inoltre, di individuare responsabilità anche in capo ad altri due soggetti appartenenti al clan, rispettivamente indiziati quali mandante e presunto responsabile della distruzione dell’arma utilizzata per l’omicidio, gettata in mare aperto e mai ritrovata. 

Il quadro indiziario raccolto dai Carabinieri a carico dei due indagati è stato condiviso dalla Procura della Repubblica di Bari, che ha avanzato richiesta di emissione di misura cautelare. Il Gip del Tribunale di Bari, accogliendo la richiesta, ha disposto la cattura dei due soggetti, allo stato già detenuti per altra causa. 

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