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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Nominati i vice-presidenti che affiancheranno delle donne alla guida di Ance puglia: il vicario Gerardo Biancofiore e Antonio Marinaro

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

Il Consiglio direttivo di ANCE Puglia, riunitosi questa mattina, ha nominato i nuovi vice-presidenti e il tesoriere dell'associazione pugliese dei costruttori edili, presieduta da pochi giorni dal leccese Nicola Delle Donne.

Delle Donne, nominato al termine della breve reggenza del presidente di ANCE Bari e BAT Domenico De Bartolomeo, resasi necessaria a seguito all'elezione alla Camera dei Deputati del presidente Ance Puglia dal 2007 al 2013 Salvatore Matarrese, sarà in carica per i prossimi tre anni.

I due vice-presidenti che, insieme al consiglio direttivo, sosterranno Delle Donne nelle attività associative volte al rilancio del settore delle costruzioni che rappresenta quasi il 10% del PIL pugliese, sono Gerardo Biancofiore, presidente Ance Foggia indicato come vicario e Antonio Marinaro, presidente Ance Taranto. Il nuovo tesoriere è Pierluigi Francioso.

Quella di Delle Donne è l'ultima di una serie di nomine in ANCE che nelle ultime settimane hanno fatto emergere l'attenzione dei vertici nazionali dell'associazione nei confronti del lavoro svolto dalle territoriali pugliesi: in particolare la nomina di Domenico De Bartolomeo, a capo di ANCE Bari e BAT, alla presidenza del Comitato per i problemi di Mezzogiorno e delle Isole e quella di Gerardo Biancofiore, presidente ANCE Foggia divenuto vice-presidente del comitato lavori all'estero e presidente del gruppo PMI all'estero.

Il sistema regionale dell'ANCE, forte anche di questi ruoli chiave ricoperti a livello nazionale, sarà impegnato sin da subito in attività istituzionali volte a tutelare e rilanciare il settore in Puglia e nel Mezzogiorno, colpito da una crisi senza precedenti che ha causato la perdita di migliaia di imprese e posti di lavoro. In primis, l'associazione svolgerà un'attività di stimolo sul governo regionale per far ripartire l'intera filiera delle costruzioni attraverso la cantierizzazione delle opere minori e l'adozione di ogni strumento utile al rilancio del sistema immobiliare, anche attraverso la costituzione di fondi di garanzia per l'acquisto della nuova casa.

Ma è soprattutto sul tema dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni che l'associazione punta i piedi, in particolare dopo il decreto del Governo di metà maggio che ha allentato il Patto di stabilità interno, consentendo a Comuni e Provincie con disponibilità di cassa di liberare risorse e procedere con i pagamenti nei confronti delle imprese, anche del comparto edile.

«Il nostro settore - dichiara il presidente ANCE Puglia Delle Donne - è allo stremo e rischia di morire più per i crediti che per i debiti. Gli enti pugliesi da due mesi sono nelle condizioni di pagare circa 220 milioni di euro di cui 171 milioni i Comuni e 49 milioni le Province. Ad oggi, però, stimiamo che le Province abbiano pagato solo la metà di quei 49 milioni mentre i Comuni circa 20 milioni di euro per un totale di 45 milioni. Tutto ciò mentre le imprese edili continuano a chiudere. L'Ance stima, inoltre, che altri 230 milioni di euro sono disponibili nelle casse di Comuni e Province pugliesi, potenzialmente destinabili a pagamenti nei confronti del settore edile, ma sono bloccati dai vincoli del Patto. Va trovata una soluzione al più presto prima che sia troppo tardi».

«Il Mezzogiorno sconta un gap infrastrutturale - aggiunge il presidente del Comitato per i problemi di Mezzogiorno e delle Isole di ANCE Domenico De Bartolomeo - che è ora di ridurre. La cantierizzazione delle opere finanziate e la semplificazione amministrativa restano i principali nodi cui porre rimedio».

«Puntare sull'estero - sottolinea il presidente del gruppo PMI all'estero Gerardo Biancofiore - è ormai una scelta obbligata. Il mercato estero, che nel 2012 ha rappresentato il 54% dell'attività delle imprese di costruzioni, è senza dubbio strategico ma non dobbiamo dimenticare che per salvare il settore dal collasso e risollevare le sorti della nostra economia è indispensabile far ripartire il mercato italiano».

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