Disoccupazione giovanile, Introna: "Situazione sconvolgente"
Il presidente del Consiglio Regionale Onofrio Introna ha commentato i dati sulla disoccupazione giovanile diffusi da Confartigianato. Secondo Introna, la situazione per la nostra regione è sconvolgente e drammatica
Non usa mezzi termini il Presidente del Consiglio Regionale Onofrio Introna per commentare i dati diffusi da Confartigianato relativi alla disoccupazione giovanile. I numeri resi noti da Confartigianato parlano di 1.138.000 under 35 senza lavoro, record negativo in Europa. Diversificando a livello regionale, nel Mezzogiorno la cifra tocca il 25,1% contro una media italiana del 15,9%. Sotto i 24 anni, poi, il tasso di inoccupazione sale a 29,6% a fronte di una percentuale del 21% nel continente. Introna, quindi, si dice molto preoccupato della situazione del nostro paese e, soprattutto, della nostra regione: "Oltre alla crisi che morde i redditi degli italiani, c’è quella che minaccia il futuro dei nostri giovani: non ci sarà manovra efficace finchè la loro occupazione e la lotta al precariato non saranno al centro delle politiche anticicliche - esordisce Introna -. Il Parlamento italiano deve ascoltare il monito del presidente Napolitano; non può continuare a trascurare dati che non sono più solo allarmanti, ma fotografano una situazione sconvolgente, un dramma per le nostre ragazze e i nostri ragazzi. Non può continuare ad ignorare una realtà ogni giorno più pesante, a danno di una generazione che rischia di essere cancellata. Dietro le cifre e i segni negativi ci sono ore di studio dei giovani e i sacrifici dei genitori: la politica non può ricambiarli fingendo di non vedere, di non sapere, di non decidere. La priorità - conclude poi il Presidente del consiglio regionale - è dare lavoro e battere la precarietà, che penalizza i giovani e tiene col fiato sospeso tante famiglie. Il mercato del lavoro va rimesso in moto, con un impegno particolare rivolto a garantire la prima occupazione e la stabilità dei nuovi occupati. Va frenata l’emigrazione di cervelli verso il Nord, che ha ripreso a penalizzare le regioni meridionali".