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Cronaca

Obbligo di frequenza a Lettere, protestano gli studenti

La novità introdotta a partire da quest'anno riguarda sia le lauree triennali che quelle magistrali. Esentato solo chi ha un contratto di lavoro. Ma la decisione non piace agli studenti

Studenti in protesta alla facoltà di Lettere e Filosofia per l'introduzione dell'obbligo di frequenza. A partire da quest'anno accademico, infatti, la facoltà ha stabilito che tutti gli iscritti debbano seguire le lezioni e firmare il registro delle presenze per poter sostenere gli esami. Un obbligo che, ha precisato nei giorni scorsi la presidenza con una nota, vale sia per le lauree triennali che per quelle magistrali. Ad essere esentati dall'obbligo saranno soltanto gli studenti in grado di giustificare la loro assenza: esibendo, ad esempio, un certificato medico che attesti l'impossibilità a frequentare regolarmente le lezioni, oppure mostrando un contratto di lavoro.

Ma la novità non piace affatto agli studenti, le cui proteste si moltiplicano, nei corridoi della facoltà così come sui diversi gruppi Facebook che riuniscono gli iscritti a Lettere: c'è chi invoca un intervento deciso dei rappresentanti di facoltà, chi propone di organizzare una raccolta firme per cercare di convincere la preside Grazia Di Staso a fare marcia  indietro. Numerosi sono, ad esempio, i ragazzi che non riescono a seguire proprio perchè impegnati in qualche lavoretto per potersi pagare gli studi. Ma il paradosso è che, pur lavorando, ottenere la 'giustificazione' è impossibile, perchè nella gran parte dei casi si lavora in nero, senza un contratto. Ma ci sono anche i disagi legati a lezioni che si accavallano, o alle lezioni fissate in orari piuttosto scomodi, soprattutto per i pendolari. Dal canto suo, la preside di facoltà ha precisato che l'obbligo di frequenza è stato introdotto per rispettare una legge e ha invitato gli studenti a parlare con i presidenti di corso di laurea per cercare degli accordi.

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