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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Uccisi e fatti sparire, otto arresti per quattro casi di 'lupara bianca': "Corpi bruciati e resti dispersi"

Le indagini di polizia e Dda in relazione alla scomparsa di quattro giovani, tra il 2003 e il 2015, a Canosa: in carcere presunti autori e mandanti degli omicidi

Sarebbero stati uccisi a colpi di pistola, poi i loro corpi bruciati e i resti dispersi. Le indagini delle Squadre mobili della polizia di Bari e Bat, coordinate dalla Dda di Bari, hanno fatto luce su quattro casi di lupara bianca, avvenuti tra il 2003 e il 2015 a Canosa. In carcere sono finiti otto soggetti, ritenuti presunti autori e mandanti degli omicidi. Sono accusati, a vario titolo, dei reati di omicidio premeditato, in concorso, aggravato, violazione della legge sulle armi e delle misure di prevenzione, distruzione di cadavere, violenza e minaccia a pubblico ufficiale in concorso, estorsione aggravata. Per tutti i reati descritti è stata contestata anche l’aggravante mafiosa.

I quattro casi di lupara bianca

I fatti contestati riguardano gli omicidi di Sabino D’Ambra, avvenuto in Canosa di Puglia il 14 gennaio 2010, di Giuseppe Vassalli, avvenuto in Canosa di Puglia il 18 agosto 2015, Sabino Sasso e Alessandro Sorrenti, avvenuti in Canosa di Puglia e Minervino Murge il 1° dicembre 2003. Le quattro vittime (stando alle indagini "compartecipi delle azioni delittuose commesse dagli indagati, in particolare nel traffico e nello spaccio delle sostanze stupefacenti"), secondo le risultanze investigative vagliate positivamente dal gip, sarebbero state attirate con l’inganno nelle campagne dei Comuni del nord barese di Canosa di Puglia e Minervino Murge, uccise a colpi di pistola e, successivamente, i loro corpi dati alle fiamme. In un caso, ad una delle vittime sarebbe stato anche fracassato il volto con un masso.

Gli altri fatti  contestati

I fatti contestati riguardano, inoltre, la violenza e minaccia usata nei confronti di un ufficiale di polizia giudiziaria, all’epoca  dei fatti in servizio presso il Commissariato di P.S. di Canosa di Puglia, realizzata il 7 agosto 2014 attraverso l’esplosione di numerosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo dell’autovettura a lui in uso, parcheggiata nei pressi di quell’Ufficio di Polizia; e l’estorsione commessa ai danni di alcuni addetti di un luna park itinerante, allestito per la festa patronale, che sarebbero stati costretti a corrispondere la somma di 2000 euro a titolo di “protezione” ed a seguito di un’azione intimidatoria, consistita nell’esplosione di ben 53 colpi di fucile mitragliatore tipo kalashnikov, all’indirizzo di attrazioni ludiche, automezzi e roulotte dei giostrai.

Gli arrestati

Gli arrestati sono Daniele e Pasquale Boccuto di 41 e 30 anni, l'80enne Cosimo Damiano Campanella e il nipote omonimo di 39 anni, Sabino Carbone di 40 anni, Marco Di Gennaro di 30 anni, Claudio Pellegrino di 33 anni, Cosimo Zagaria di 37 anni.

Le indagini

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e delegate alla Squadra Mobile della Questura di Bari e al Commissariato di P.S. di Canosa di Puglia, corroborate da attività tecniche ed escussioni testimoniali e sviluppate a seguito anche delle dichiarazioni accusatorie di alcuni collaboratori di Giustizia, "hanno consentito di dare una articolata lettura unitaria dei risultati investigativi, delineandone il comune filo conduttore, legato al controllo delle attività illecite, principalmente al traffico di sostanze stupefacenti ed ai fenomeni estorsivi, nel territorio canosino".

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