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Cronaca

Omicidio Meredith Kercher, Sollecito in aula a Firenze: "Non sono un assassino spietato"

Durante l'udienza del processo di appello bis Sollecito, per la prima volta presente in aula, ha reso una dichiarazione spontanea. "Nei miei confronti una persecuzione allucinante, senza senso"

Raffaele Sollecito questa mattina in aula a Firenze per l'udienza del processo di appello-bis per l'omicidio di Meredith Kercher. Si è trattato della prima udienza alla quale Sollecito prende parte dall'inizio del nuovo processo, dopo l'annullamento della sentenza di appello da parte della Cassazione a marzo scorso.

"Mi hanno descritto come un assassino spietato, non sono niente di tutto questo", ha detto Sollecito, che ha reso una dichiarazione spontanea ai giudici. "Sento nei miei confronti una persecuzione allucinante, senza senso", ha aggiunto. "Ho conosciuto Amanda e fu il mio primo vero amore. Fu tardi perché ero riservato", ha ricordato ancora Sollecito. "Quando avevamo 20 anni - ha continuato - c'era tutto nella nostra mente fuorché una visione di disprezzo dell'essere umano come ci descrive chi ci accusa". Sollecito ha chiesto ai giudici di "correggere gli errori" commessi da chi lo ha condannato e ha poi concluso la sua dichiarazione, con la voce rotta dalla commozione. "Al momento - ha detto - io una vita reale non ce l'ho"

Durante l'udienza è stato illustrato dai carabinieri del Ris l'esito di una perizia svolta su una traccia di dna trovata sul coltello che l'accusa ritiene essere quella usata per il delitto. La traccia di dna, trovata fra l'impugnatura e la lama, sarebbe attribuibile ad Amanda Knox.

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