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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Psichiatra uccisa, "Così fu falsificato il documento sulla sicurezza"

Ieri davanti al gip l'incidente probatorio sulle dichiarazioni rese dal funzionario della Asl che ha riferito di aver ricevuto pressioni dal dg, Domenico Colasanto, per falsificare il Documento di valutazione dei rischi (Dvr) relativo al Centro di Salute Mentale in cui lavorava la dottoressa Labriola

Portava la data del giugno 2011, ma in realtà quel Dvr - Documento di valutazione dei rischi - relativo al centro di Salute Mentale di via Tenente Casale sarebbe stato falsificato dopo la morte della dottoressa Paola Labriola. Questo, almeno, è quello che risulta dalle dichiarazioni rese da Alberto Gallo, funzionario della Asl di Bari, il quale ha raccontato agli inquirenti che all'indomani dell'omicidio della psichiatra, accoltellata da un paziente, il dg della Asl, Domenico Colasanto, lo avrebbe indotto a redigere un falso Dvr, contenente anche valutazioni di rischi relativi a eventuali aggressioni, datandolo giugno 2011, prima che Colasanto fosse nominato direttore generale.

Le sue dichiarazioni, rese il 21 ottobre scorso agli inquirenti baresi che coordinano le indagini sull'omicidio, sono state oggetto di un incidente probatorio che si è celebrato ieri dinanzi al gip del Tribunale di Bari Giulia Romanazzi. All'udienza erano presenti, oltre al giudice e al pm Baldo Pisani, gli indagati con i loro difensori e i legali della famiglia Labriola.

La Procura contesta al dg Colasanto il reato di concussione per induzione, per aver "abusato della sua qualità e dei suoi poteri nei confronti di Alberto Gallo (il funzionario Asl che ha dichiarato di essere stato indotto a falsificare quei documenti, ndr) ed in particolare, paventando un trattamento deteriore avuto riguardo alla posizione lavorativa dello stesso, lo induceva a redigere documenti di valutazione dei rischi per i Centri di Salute Mentale di Bari falsi, compilazione che veniva effettuata direttamente da Gallo per il Csm di via Tenente Casale e da Baldassarre Lucarelli e Pasquale Bianco (altri due funzionari Asl indagati per falso, ndr) per gli altri Csm".

Dopo il coinvolgimento nell'inchiesta della Procura di Bari, Domenico Colasanto è stato sospeso.

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