Punito e ucciso per uno 'sgarro' nello spaccio: condanna a dieci anni per l'omicidio di Vessio
Il delitto nell'aprile 2014 a Catino: condannato per omicidio preterintenzionale il 43enne Francesco Lambiase. Luigi Vessio sarebbe stato ucciso per essersi rifiutato di continuare a spacciare per il 43enne
E' stato condannato a 10 anni di reclusione, per omicidio preterintenzionale, il 43enne Francesco Lambiase, a processo per il delitto di Luigi Vessio, avvenuto il 15 aprile 2014 a Catino. La sentenza è stata emessa al termine del processo con rito abbreviato. Il giudice ha riconosciuto la contestata aggravante mafiosa per aver favorito il clan Strisciuglio.
Lambiase era stato arrestato nel 2018 insieme al 32enne Nicola Ciaramitaro (per il quale è stata successivamente chiesta l'archiviazione). I due erano accusati in concorso di omicidio, porto e detenzione in luogo pubblico di armi, con l’aggravante d’aver agito con il metodo mafioso.
Le indagini all'epoca furono condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari e, in fase processuale, il quadro probatorio complessivo è stato arricchito dalle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia.
Vessio, 50 anni, venne ucciso con un colpo d'arma da fuoco esploso da distanza ravvicinata: il proiettile gli recise fatalmente l'arteria femorale sinistra. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, l'uomo sarebbe stato 'punito' per un suo presunto rifiuto a proseguire nell'attività di spaccio di droga per conto di Lambiase, ritenuto dagli investigatori vicino al clan Strisciuglio. Vessio, inoltre, non avrebbe voluto saldare un debito da 800 euro con lo stesso.
*Aggiornato 14/11