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Cronaca

Ucciso per errore a Carbonara, c'è la sentenza per l'omicidio Mizzi: ergastolo per Antonio Battista

Il delitto avvenne il 16 marzo 2011 dinanzi alla sua abitazione. Secondo i giudici, Mizzi fu vittima di mafia: nel processo di appello bis è stato riconosciuto l'aggravante della premeditazione

La Corte d'Assise d'Appello di Bari ha condannato all'ergastolo il boss del clan Di Cosola di Bari Antonio Battista, mandante dell’agguato nel quale, per errore, fu ucciso Giuseppe Mizzi, trucidato il 16 marzo 2011 dinanzi alla sua abitazione nel quartiere Carbonara di Bari. Secondo i giudici, Mizzi fu vittima di mafia: nel processo di appello bis è stato riconosciuto l'aggravante della premeditazione condannando Battista, già riconosciuto responsabile dell’omicidio volontario con l'aggravante mafiosa, alla massima pena.

Secondo gli investigatori, Il boss avrebbe ordinato ai suoi di rispondere ad un agguato subito uccidendo un uomo, "il primo che trovate", del clan rivale Strisciuglio e quella sera, per errore, Emanuele Fiorentino e Edoardo Bove spararono a Mizzi scambiandolo per uno spacciatore. I due esecutori materiali sono già stati condannati con sentenza ormai definitiva rispettivamente a 20 anni e a 13 anni e 4 mesi di reclusione. In primo grado Battista, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, era stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario premeditato con l'aggravante mafiosa. In appello la condanna era stata ridotta a 20 anni per esclusione della premeditazione. La Cassazione aveva poi annullato con rinvio quella sentenza e oggi la pronuncia dei nuovi giudici d’appello ha confermato l’originaria impostazione accusatoria.

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