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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Via Van Westerhout

Omicidio Nicola Lorusso, 3 arresti nel clan Campanale: "Il padre del boss ucciso per vendetta dal gruppo rivale"

L'agguato del gennaio 2015 ultima 'puntata' della sanguinosa faida di San Girolamo: il 58enne, padre del presunto capoclan Umberto, fu ucciso a colpi di kalashnikov in 'risposta' all'omicidio di Felice Campanale, padre del boss Leonardo, avvenuto un anno e mezzo prima

Due clan - i Lorusso e i Campanale - in conflitto per il controllo delle attività di spaccio ed estorsione su un quartiere, San Girolamo, e un omicidio pianificato per vendetta, in risposta ad un'altra uccisione, ultimo di una lunga serie di fatti di sangue tra i due gruppi rivali. E' questo il contesto in cui l'11 gennaio 2015 matura l'agguato a Nicola Lorusso, freddato a colpi di kalashnikov in via Van Westerhout, nei pressi della pineta San Francesco.

Per quell'omicidio gli agenti della Squadra mobile di Bari hanno arrestato oggi tre persone: il 46enne Leonardo Campanale (già detenuto), considerato a capo dell'omonimo clan, il 28enne Gianfranco Caputi, e suo cognato, il 27enne Cosimo Campo. I primi due sono accusati di essere gli esecutori materiali del delitto, mentre il 27enne risponde di favoreggiamento personale, per aver cercato di depistare le indagini a favore di Caputi.

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Nicola Lorusso, 58 anni, sorvegliato speciale, vittima dell'agguato, era padre del presunto capoclan Umberto. E lui, il padre del boss - ricostruiscono gli investigatori - quella mattina dell'11 gennaio viene ucciso dai Campanale in risposta ad un altro omicidio, compiuto dai Lorusso un anno e mezzo prima: quello di Felice Campanale, a sua volta padre di Leonardo, a capo dell'omonimo gruppo criminale.

Secondo quanto emerge dalle indagini, è proprio Leonardo Campanale a far fuoco contro Nicola Lorusso. L'auto dei killer, una Mercedes classe B, poi risultata rubata, 'intercetta' la Fiesta di Lorusso su via Van Westerhout. E' domenica mattina, e Lorusso è appena uscito di casa, insieme alla moglie, per recarsi in commissariato per l'obbligo di firma. La Mercedes prima tampona la Fiesta, poi si mette di traverso sulla strada costringendo Lorusso a fermarsi. Dal lato passeggero, dove - ricostruiscono gli investigatori - è seduto Campanale, parte la raffica di AK 47: 25 colpi, undici dei quali raggiungono la vittima in varie parti del colpo, anche alla testa. La moglie invece riesce a fuggire: non è lei l'obiettivo dei sicari. Prima di dileguarsi, Campanale 'disegna' anche, sull'asfalto intorno al corpo, una 'corona' con i proiettili. L'auto utilizzata dei sicari viene poi ritrovata parcheggiata dagli agenti della Squadra mobile nei pressi delle case popolari sul lungomare IX Maggio. Sulla carrozzeria tracce di sangue, che risulteranno essere di Lorusso. 

Le indagini della Squadra mobile, che sin da subito inquadrano l'omicidio nella faida Lorusso-Campanale, si scontrano ancora una volta con un muro di omertà, a cominciare dallaesposito ok-2 famiglia della vittima. La stessa moglie della vittima - sottolineano gli investigatori - che pure avrebbe riconosciuto i killer, si sarebbe rifiutata di collaborare. Le attività investigative procedono quindi attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, riscontri tecnici e con il parziale supporto di testimonianze di collaboratori di giustizia.

Gli arresti eseguiti dalla Squadra Mobile, ha sottolineato in conferenza stampa il questore, Carmine Esposito, confermano la capacità di forze dell'ordine e magistratura di "rispondere colpo su colpo" alla criminalità organizzata. "Si tratta di un'operazione - ha commentato il capo della Squadra Mobile di Bari, Luigi Rinella - che giunge al termine di una serie di interventi con cui abbiamo colpito entrambi i clan. Il clan Lorusso è praticamente disarticolato, e anche il clan Campanale è stato fortemente indebolito". Un'operazione, che "dovrebbe aver riportato pace sul quartiere", mettendo fine ad una lunga scia di fatti di sangue.

*Ultimo aggiornamento ore 13.50

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