Omicidio Paola Labriola, chiesto rinvio a giudizio per l'ex dg della Asl Colasanto
L'inchiesta sulla morte della psichiatra, uccisa a coltellate da un paziente in un centro di salute mentale nel settembre 2013. Secondo l'accusa l'allora direttore generale della Asl non avrebbe predisposto le necessarie misure di sicurezza. Chiesto il processo anche per altre cinque persone
La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex direttore generale della Asl di Bari, Domenico Colasanto e per altre cinque persone, coinvolte nell'inchiesta avviata in seguito all'omicidio di Paola Labriola, la psichiatra uccisa a coltellate da un paziente nel Centro di Salute mentale di via Tenente Casale il 4 settembre 2013.
In particolare - si legge in una nota della Procura in riferimento alle richieste di rinvio a giudizio - l'azione penale è stata esercitata nei confronti dell'ex direttore generale della Asl Angelo Domenico Colasanto, 
per i delitti di omissione d'atti di ufficio e di morte come conseguenza di altro delitto, di Pasquale Nicola Bianco, Baldassarre Lucarelli, Alberto Gallo per il delitto di concorso in falso materiale in atto pubblico, dello stesso Colasanto e di Gallo, nonché del dottor Giorgio Saponaro e del segretario dell'ex direttore generale Ciocia Antonio per il delitto di induzione indebita a dare o promettere utilità.
Il pm Baldo Pisani, che ha coordinato le indagini, ha chiesto invece l’archiviazione per Davide Pellegrino, ex capo di gabinetto del presidente della Regione Puglia, indagato per abuso d’ufficio in merito alla presunta sospensione concordata di Colasanto dopo l’avviso di garanzia ricevuto da quest'ultimo.
Stralciata infine la posizione di altre sette persone "all’esito degli approfondimenti svolti dopo la chiusura delle indagini preliminari perché le condotte hanno avuto una rilevanza diversa da quella penale".
L'autore materiale del delitto, Vincenzo Poliseno, a giugno scorso è stato condannato a trent'anni di reclusione, al termine di un processo con rito abbreviato.
