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Cronaca

Psichiatria uccisa, gli esami confermano: l'assassino non era drogato né ubriaco

Depositati in Procura i risultati degli accertamenti tossicologici: al momento del delitto Poliseno non era sotto l'effetto di droghe o alcol. Domani la fiaccolata per ricordare Paola Labriola

Non aveva assunto droghe, né alcol, né farmaci Vincenzo Poliseno, il 44enne barese arrestato per l'omicidio della psichiatra Paola Labriola, uccisa a coltellate il 4 settembre scorso nel Centro di Salute mentale di via Tenente Casale, al quartiere Libertà.

Ad escludere con certezza che quella mattina l'assassino potesse essere sotto l'effetto di alcol o sostanze stupefacenti sono stati gli esiti degli esami tossicologici eseguiti dal professor Roberto Gagliano Candela dell'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari. I prelievi di urina e sangue sono stati fatti nell'immediatezza dei fatti, il 4 settembre scorso, su disposizione del pm inquirente Baldo Pisani.

Da quel giorno Poliseno è rinchiuso  nel carcere di Bari: non ha mai parlato, nè ammesso la sua colpa, limitandosi a ripetere di "non ricordare nulla" di quanto accaduto quella mattina nell'ambulatorio della dottoressa Labriola. La psichiatra fu aggredita e uccisa con un vecchio coltello da cucina che Poliseno aveva con sè.

Intanto domani, ad un mese esatto dall'omicidio, per le strade del quartiere Libertà si terrà una fiaccolata per ricordare Paola Labriola, organizzata dall'associazione "Il giardino di Paola", e per chiedere alle istituzioni più attenzione alle condizioni di sicurezza in cui lavorano gli operatori sanitari.

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