Omicidio Labriola, perizia sull'assassino: "Dati non provano vizio di mente"
Vincenzo Poliseno, l'uomo che uccise la psichiatria il 4 settembre, è affetto da disturbo della personalità ma "lucido" e in grado di prendere parte al processo
Dalla perizia psichiatrica su Vincenzo Poliseno, l'uomo in carcere per l'omicidio della psichiatra Paola Labriola, "non emergono dati sufficienti a provare un vizio di mente, neppure parziale". Secondo quanto emerso dagli accertamenti, eseguite da Roberto Catanesi, professore di psicopatologia forense dell’Università degli Studi di Bari, Poliseno, che nel settembre 2013 uccise la dottoressa con 70 coltellate, "è affetto da disturbo della personalità con prevalenti tratti borderline-antisociali", ma è comunque in grado di comprendere le accuse che gli sono contestate e quindi di partecipare al processo.
Allo stesso modo, Poliseno nei colloqui si sarebbe mostrato consapevole del fatto di dover restare in carcere: "E' giusto che mi danno 30 anni di carcere, ma è meglio così altrimenti mi uccidevo".
La perizia psichiatrica era stata chiesta dal difensore dell'imputato, l'avvocato Filippo Castellaneta, per stabilire se al momento dell'omicidio Poliseno era capace di intendere e volere.