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Cronaca

Omicidio Mizzi, lo scambio di persona e l'ordine del boss: "Uccidete il primo che trovate"

La ricostruzione dell'agguato nelle motivazioni della sentenza di primo grado a carico di Antonio Battista, luogotenente dei Di Cosola,  ritenuto mandante del delitto: i killer scambiarono il 39enne carbonarese per un pusher del clan rivale

Scambiato per un pusher del clan rivale, ucciso per errore dai killer ai quali il boss dei Di Cosola,  Antonio Battista, aveva ordinato di uccidere "il primo che trovate", un uomo a caso del gruppo opposto degli Strisciuglio, per rispondere all'agguato subìto.

La ricostruzione dell'omicidio di Giuseppe Mizzi,  vittima innocente della lotta tra i due clan nel territorio di Carbonara, è contenuta nelle motivazioni della sentenza di primo grado nei confronti di Battista e di altri 59 affiliati al clan accusati di reati di associazione mafiosa, droga, armi ed estorsioni.

Battista  è stato condannato all'ergastolo con rito abbreviato perché ritenuto il mandante del delitto, avvenuto a Carbonara la sera del 16 marzo 2011. La posizione di Battista era stata archiviata e poi riaperta grazie alle dichiarazioni di sua moglie, Lucia Masella, diventata collaboratrice di giustizia.

Per la morte di Mizzi sono stati condannati in via definitiva, quali esecutori materiali, Emanuele Fiorentino e Edoardo Bove: dovranno scontare rispettivamente a 20 anni e a 13 anni e 4 mesi.

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