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Cronaca

Processo Omicidio Sifanno, in Cassazione annullata con rinvio la condanna per la nipote del boss Misceo

Accolto il ricorso dei difensori, gli avvocati Andrea Melpignano e Dario Vannetiello, e ha disposto che venga celebrato un nuovo processo di appello nei confronti della donna, detenuta agli arresti domiciliari da dicembre 2016

E' stata annullata con rinvio dalla Corte di Cassazione la sentenza con cui, nell'ottobre 2019 Corte di Assise di Appello di Bari aveva confermato la condanna a 16 anni di reclusione per Maria Misceo, nipote del boss barese Giuseppe soprannominato  "Il fantasma", imputata per l’omicidio di Donato Sifanno.

Quest'ultimo fu ucciso il 15 febbraio 2014 con 18 colpi di kalashnikov nel corso di un agguato nel quartiere San Paolo di Bari. La Cassazione ha accolto il ricorso dei difensori, gli avvocati Andrea Melpignano e Dario Vannetiello, e ha disposto che venga celebrato un nuovo processo di appello nei confronti della donna, detenuta agli arresti domiciliari da dicembre 2016. Dichiarato inammissibile, invece, il ricorso del collaboratore di giustizia Domenico Mercurio, per il quale diventa definitiva la condanna a 7 anni di reclusione per il delitto.

Si tratta di uno dei tre procedimenti aperti sul delitto e riguarda coloro che, secondo la Dda di Bari, avrebbero fornito supporto logistico, controllato e segnalato i movimenti della vittima, procurato e conservato le armi tra cui quella utilizzata per compiere l'omicidio.

Già definitive, invece, le condanne a 30 anni di reclusione per il boss Giuseppe Misceo e per i due esecutori materiali, Arcangelo Telegrafo ed Emanuele Grinaldi, condannati a 14 e 11 anni. E' attualmente pendente in Cassazione il processo nei confronti di un altro dei presunti esecutori materiali, Domenico Micelli, condannato in appello a 16 anni di reclusione.

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