Perse la vita travolto da auto lanciate a 150 km all'ora a Bari: due condanne a 8 anni per omicidio stradale
Il Tribunale di Bari ha condannato, in primo grado con rito abbreviato, i giovani Francesco Abbinante e Giuseppe Oreste per la morte di Onofrio Ricupero, il 35enne vittima di uno scontro frontale tra auto su via Napoli, il 29 ottobre 2020
Francesco Abbinante e Giuseppe Oreste sono stati condannati dal Gup del Tribunale di Bari, Anna De Simone, per omicidio stradale: i due sarebbero i responsabili della morte di Onofrio Ricupero, il 35enne morto il 29 ottobre 2020 in un scontro frontale tra auto avvenuto in via Napoli.
La sentenza di primo grado, emessa al temine del processo svolto in rito abbreviato su richiesta degli imputati, ha condannato il 22enne Francesco Abbinante a 8 anni di reclusione ed il 25enne Giuseppe Oreste ad 8 anni e 4 mesi di carcere. I giudici hanno anche deciso la sospensione delle patenti per 3 anni e la confisca delle auto con le quali i due giovani avrebbero ingaggiato una folle corsa per le vie della città, correndo a 150 km all'ora.
Ricupero avrebbe perso la vita proprio a causa della sfida di velocità fra i due condannati: un'auto avrebbe invaso la corsia opposta ed avrebbe impattato contro il mezzo del 35enne. "Considerando che la sentenza emessa in rito abbreviato prevede la riduzione di un terzo della pena - sottolinea l'avvocato dei familiari della vittima, Francesco Maria Colonna - i giudici hanno applicato in astratto una pena di 12 anni ai due giovani, poi ridotta ad 8 anni appunto dal meccanismo processuale". I Togati sono andati anche oltre il castello accusatorio della pubblico ministero Chiara Giordano che aveva richiesto condanne a 7 anni di carcere.
Il tribunale ha stabilito anche il risarcimento dei familiari della vittima, che si erano costituiti parte civile, con una previsionale di circa 375mila euro: i giudici hanno riconosciuto 120mila euro alla vedova, 120mila euro ai 2 figli, 100mila ai genitori, 30mila a fratello e sorella e 5mila all'associazione 'Ciao Vinny' che si occupa di sensibilizzare i cittadini sulla sicurezza stradale. Le somme non allevieranno certo il dolore per la scomparsa di Ricupero, ma possono permettere alla famiglia di trovare un sostegno economico, venuto meno dopo la tragica scomparsa dell'uomo.
"L'auto che guidava il povero Ricupero era di proprietà della suocera - continua l'avvocato - la compagnia assicurativa ha liquidato solo 1.200 euro a luglio scorso, dopo due anni dall'incidente. Toccherà alle compagnie assicurative che si occupano della Rca (Responsabilità Civile Autoveicoli) intervenire per il risarcimento, ma da parte loro c'è stato fino ad adesso un silenzio assordante"
"Purtroppo questo episodio - sottolinea l'avvocato dei familiari della vittima, Francesco Maria Colonna - ha procurato dolore da una parte e dall'altra: la moglie della vittima è ancora oggi disperata e non riesce a riprendere a vivere, è una persona provata. Bisogna considerare anche che la vicenda segna in maniera significativa le vite dei due giovani e dei loro genitori".