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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca San Paolo

I medici diventano obiettori, sempre più difficile abortire negli ospedali baresi

L'ultimo presidio a venir meno quello del San Paolo, dove ginecologi ed ostetriche in servizio sono diventati tutti obiettori di coscienza. Per le interruzioni di gravidanza resta solo il Policlinico, o le strutture private

Ginecologi e ostetriche in servizio diventano obiettori di coscienza: all'ospedale San Paolo non si potrà più abortire. Una situazione che sta suscitando non poche polemiche e preoccupazioni, visto che, venuto meno il presidio del San Paolo, nel territorio di Bari l'unico ospedale pubblico a praticare le interruzioni volontarie di gravidanza sarà il Policlinico. In alternativa, per vedere riconosciuto il diritto sancito dalla legge 194, le donne dovranno rivolgersi a strutture private, o andare in provincia.

Intanto la Asl di Bari sta cercando di risolvere la situazione del San Paolo, inviando nella struttura un ginecologo non obiettore, mentre si cerca di indagare più a fondo sulle ragioni di questa 'obiezione' di massa. Al di là della scelta etica, infatti, c'è chi lascia intendere che la decisione dei medici possa essere una forma di protesta per le difficoltà organizzative incontrate dal presidio nella sua attività.

La notizia, comunque, sta provocando non poche polemiche, e anche l'intervento dei politici locali sulla questione aborti e legge 194. "La vicenda del blocco dell’applicazione della legge 194 e delle interruzioni di gravidanza nella ASL di Bari non può essere derubricata a fatto marginale", scrive in una nota il presidente del gruppo consiliare di Sel, Michele Losappio. "Nessuna motivazione - sostiene Losappio - per quanto in se valida può giustificare l’interruzione di un servizio che tutela la salute delle donne. Garantire questo servizio è compito e dovere primario non solo della ASL e della Regione ma anche della classe medica".
Ma dall'altra parte c'è anche chi difende il diritto dei medici all'obiezione di coscienza. "Penso non sia difficile comprendere, - scrive il consigliere Zullo (Pdl) - salvo ostinati di turno, che l’obiezione di coscienza per un medico e per altri operatori sanitari è un diritto e un dovere che va rispettato e, quando esercitato, non può assoggettare chi lo esercita a penalizzazione o, peggio, a criminalizzazioni di sorta". "La nuova Assessora alla Salute - continua Zullo - ha il dovere di rafforzare l’azione dei Consultori per attuare ciò che la Legge 194/78 prescrive a proposito dell’eccezionalità e non dell’ordinarietà dell’IVG e per potenziare la prevenzione delle gravidanze indesiderate attraverso formazione e informazione sanitaria mirata agli adolescenti".

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