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Cronaca Bitetto

Minacce e intimidazioni al testimone del tentato omicidio: tre pregiudicati in manette

Vittima un parrucchiere di Bitetto. L'uomo, che con la sua testimonianza aveva fatto arrestare l'autore dell'agguato, era finito nel mirino del clan, che, oltre a minacciarlo per spingerlo a ritrattare, lo aveva costretto a pagare il pizzo per coprire le spese legali per l'arrestato. In manette sono finite tre persone

Minacciato, costretto a pagare il pizzo e a lavorare gratis per le donne del clan, diventate ormai 'clienti' abituali del suo salone. Vittima dei soprusi un parrucchiere di Bitetto, da mesi finito nel mirino di un gruppo malavitoso locale per aver testimoniato contro uno degli 'affiliati', facendolo arrestare per tentato omicidio.

Da qual momento erano cominciate le continue intimidazioni, per spingere il parrucchiere a ritrattare la sua testimonianza, e anche le richieste estorsive, attraverso le quali l'uomo veniva costretto di fatto a versare soldi per pagare le spese legali del pregiudicato in carcere.

GLI ARRESTI - A porre fine a questa vera e propria persecuzione sono stati i carabinieri, che hanno identificato gli autori delle minacce. Oltre al pregiudicato già detenuto per il tentato omicidio, il 20enne di Grumo Appula Vito Colapinto, in manette sono finite altre due persone, entrambe con precedenti penali: si tratta di Edvin Sadiku, 30enne albanese, e Domenico Cavalieri Foschini, 33 anni, operatore ecologico, barese residente a Bitetto, per gli investigatori esecutori degli 'ordini' che Colapinto avrebbe impartito dal carcere per punire i suoi accusatori. I tre sono accusati di tentato omicidio, estorsione e violenza e minaccia.

Minacce al testimone del tentato omicidio: tre arresti tra Grumo e Bitetto

IL PRIMO TENTATO OMICIDIO - I guai per il parrucchiere di Bitetto cominciano nel maggio 2013. L'uomo si trova in piazza con un amico, Giuseppe Lacasella, 26 anni, con  precedenti penali, quando arriva il pregiudicato 20enne di Grumo che esplode un colpo di pistola contro quest'ultimo. I due rimangono fortunatamente illesi, ed è proprio grazie alla loro testimonianza che i carabinieri riescono in poco tempo ad identificare e arrestare il 20enne.

IL SECONDO AGGUATO FALLITO, LE MINACCE E LE INDAGINI - Da quel momento però, inizia la persecuzione: mentre minacce e richieste estorsive nei confronti del parrucchiere si fanno sempre più pressanti, Lacasella è vittima di un nuovo agguato: è il 28 dicembre 2013 e l'uomo si becca una scarica di pallottole calibro 38 che miracolosamente non lo uccidono, ma gli frantumano il femore destro. Dopo mesi di indagini, i carabinieri sono riusciti a chiudere il cerchio, identificando i complici del 20enne in carcere, ritenuti dall'accusa gli autori delle minacce e del secondo tentato omicidio. Secondo quanto ricostruito dai militari, la faida tra i due gruppi malavitosi che ha portato al primo tentato omicidio - con i successivi episodi collegati - è maturata nel contesto della lotta per il controllo delle piazze dello spaccio nell'hinterland barese.
 

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