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Cronaca

Patrizia D'Addario condannata a sedici mesi per calunnia

I fatti risalgono al 2007: convocata in commissariato, avvertì un malore e fu trasportata al Pronto soccorso, dove dichiarò di essere stata "trattenuta fisicamente in una stanza del posto di polizia contro la sua volontà"

Il giudice monocratico del Tribunale di Bari Chiara Civitano ha condannato a un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa) per calunnia Patrizia D'Addario, nota per aver partecipato a feste nelle residenze dell'ex premier Silvio Berlusconi. La donna è stata assolta dai reati di istigazione a commettere atti contrari ai propri doveri d'ufficio e rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità. I fatti risalgono al 28 febbraio 2007 quando la donna, secondo l'accusa, tentò di convincere due agenti di polizia ad evitare la rimozione forzata della sua Lancia Y parcheggiata in sosta vietata e per non dare le generalità disse di sentirsi male. I poliziotti chiamarono il 118 ma lei rifiutò le cure del medico che era a bordo. Successivamente, il 17 marzo, mentre era in un commissariato di polizia dove era stata convocata, avvertì un malore e fu condotta al pronto soccorso dove fu giudicata guaribile in tre giorni e dove dichiarò di essere stata "trattenuta fisicamente in una stanza del posto di polizia contro la sua volontà da persona sconosciuta e non in divisa". Il difensore di Patrizia D'Addario, Fabio Campese, ha annunciato che presenterà appello.
(ANSA)

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