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Cronaca

Petrolio in Adriatico, ok a nuove ricerche al largo della Puglia

Il Ministero dell'Ambiente rilascia due Valutazioni di impatto ambientale (Via) positive per l'australiana Global Petroleum. Insorgono Regione e associazioni no triv, che tornano a lanciare l'allarme sui pericoli per l'ambiente

Sì alle ricerche di idrocarburi al largo della costa pugliese, in un'area che va dal nord barese al brindisino. L'ok per la compagnia australiana Global Petroleum è arrivato con la VIA (Valutazione di impatto ambientale) positiva rilasciata lo scorso 14 ottobre

Due le zone interessate dai permessi di ricerca, nell'Adriatico meridionale, nei territori in corrispondenza di Giovinazzo, Bari, Fasano, Mola di Bari, Monopoli, Brindisi, Ostuni, Molfetta, Carovigno, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Polignano a Mare. Le ricerche potranno essere effettuate con tecniche "2D, ed eventuale 3D", compreso l'air gun, ovvero uno strumento di ispezione dei fondali basato sull'emissione di bolle di aria compressa nell'acqua, e giudicato da molti biologi e ambientalisti particolarmente dannoso per l'ecosistema marino.

Nel documento del Ministero si legge che "il progetto non interferisce con le aree di interdizione"  e che "l'attività propostaricerche petrolio2-2 non interesserà le aree a qualsiasi titolo protette da vincoli ambientali o archeologici", poiché "tutte le operazioni della campagna di acquisizione sismica verranno effettuate a notevole distanza dalla costa e da tali aree protette, sia costiere che marine".

Ma dal fronte 'No triv' si levano proteste per la decisione. Dura anche la reazione del governatore pugliese Michele Emiliano, tra i promotori del referendum contro le trivellazioni in mare di aprile scorso. "Ecco cosa succede quando le decisioni si prendono solo a Roma senza poteri delle Regioni - ha commentato ieri Emiliano attraverso su Fb (la Regione aveva espresso parere positivo alle autorizzazioni, ndr) - micidiali permessi di ricerca di petrolio/gas con uso dell'airgun. Meditate prima di votare al referendum".

"Le 2 aree autorizzate dal MISE alla Global Petroleum (d82 e d83) - rileva inoltre il Coordinamento No Triv Terra di Bari - intercettano aree di depositi ordigni inesplosi a caricamento chimico contenenti iprite e fosforo bianco". "Cosa accadrà appena cominceranno ad usare l'air gun, strumento che genera fortissime esplosioni ad aria compressa sui fondali marini?".

Ma le proteste arrivano anche da fuori regione. "Si tratta dell'ennesimo assalto al mare Adriatico a conferma che il Governo Renzi crede solo nello sfruttamento intensivo dell'ambiente; altro che sostenibilità ambientale e chiacchiere sui cambiamenti climatici - afferma in una nota il Forum abruzzese dei Movimenti per l'acqua - Nell'ultimo parere del Comitato VIA si legge (alleghiamo il passaggio) che il rischio per i cetacei si ridurrà perchè potranno, testualmente, "allontanarsi dall'area di progetto"! Sarebbe come dire che in un parco nazionale è tollerabile lanciare petardi e far allontanare un'aquila reale in cova dal nido. A parte il fatto che se i cetacei scelgono di frequentare una certa area ci sarà un perchè (ricercano cibo; si riproducono ecc.), ricodiamo che il Ministero sta rilasciando pareri favorevoli per la ricerca con airgun praticamente su tutto l'Adriatico. I cetacei dovranno cambiare le loro abitudini, in un continuo "allontanarsi" dal proprio habitat. Complimenti al Ministero dell'Ambiente (sic!)".
 

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