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Cronaca via ospedale Di Venere

Piano di riordino, Di Venere e San Paolo 'perdono' un reparto: "Scelte sbagliate, no alle chiusure"

La riorganizzazione varata dalla giunta regionale comporterà, rispettivamente, la chiusura della Neurochirurgia a Carbonara e il trasferimento dal San Paolo all'Oncologico della Chirurgia toracica. Ma la decisione solleva proteste. Domani a Valenzano un incontro per discutere della situazione del Di Venere

Con la chiusura del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Di Venere, attualmente prevista dal piano di riordino regionale, il territorio di Bari e provincia perderebbe un punto di riferimento attrezzato e specializzato nella gestione delle emergenze, con conseguenti contraccolpi negativi sull’assistenza offerta ai pazienti.

E’ intorno a questo punto che ruota la protesta contro lo smantellamento della Neurochirurgia del nosocomio carbonarese. Quindici in tutto i posti letto destinati ad essere soppressi, secondo quanto previsto dall’ultima ‘versione’ del piano di riordino ospedaliero varato nei giorni scorsi dalla giunta regionale.  Un’ipotesi già ventilata e temuta nei mesi scorsi, che ha trovato conferma lo scorso 30 novembre, ma che solleva non poche critiche e opposizioni.

“I posti letto del Di Venere vengono sottratti senza alcuna effettiva redistribuzione nel pubblico”, afferma Antonio Mazzarella, coordinatore Cgil Medici Puglia. “Restano solo i posti letto del Policlinico e del Miulli di Acquaviva”, mentre gli altri reparti di Neurochirurgia sono collocati nelle altre province pugliesi. In una situazione simile, “i problemi diventano veramente seri nel momento in cui ci si trova a gestire un traumatizzato cranico, un paziente critico, che deve essere sottoposto nel più breve tempo possibile ad un intervento”. I posti letto tolti al Di Venere, di fatto, verrebbero ‘trasferiti’ ai privati: nuove attivazioni - spiega Mazzarella - sono previste presso la Mater Dei e l’Anthea, ma si tratta comunque di strutture “che sono fuori dalla rete del trauma”, e che quindi non garantirebbero lo stesso ruolo nella gestione delle emergenze.  “Con questi posti letto in meno garantire assistenza ai pazienti con traumi cranici importanti diventerà molto più  problematico”.

La chiusura del reparto in questione è legata alla necessità, per la Regione, di adeguarsi alle direttive del decreto ministeriale 70 del 2015, dando vita di fatto ad una riorganizzazione delle strutture in ospedali di secondo livello  o hub (nel caso di Bari, il Policlinico), ospedali di primo livello (sempre sul territorio cittadino, Di Venere e San Paolo) e ospedali di base. 

E un altro punto critico della razionalizzazione prevista dal piano riguarda proprio l’ospedale San Paolo, e il reparto di Chirurgia toracica, che viene trasferito all’Oncologico. La situazione, anche in questo caso, è simile a quella della Neurochirurgia: “Il problema – spiega Mazzarella - nasce dal fatto che l’Oncologico è fuori dalla cosiddetta ‘rete del trauma’, quel circuito che consente di ricoverare i pazienti in un ospedale piuttosto che in un altro, nel caso in cui nel reparto richiesto non ci sia posto. I 16 posti letto vengono così sottratti al pubblico, quindi alla disponibilità di pazienti eventualmente coinvolti in un incidenti stradali o che comunque hanno necessità legate ad un trauma, e non possono andare all’Oncologico perché questo non risulta nel circuito dell’emergenza-urgenza”. “Tolto il San Paolo, rimangono solo i posti letto della Chirurgia toracica attivi presso il Policlinico, gli altri li troviamo a Foggia e Lecce”.

Le criticità rilevate nel piano di riordino presentato dalla giunta regionale hanno spinto Cgil-Cisl-Uil ad avviare una mobilitazione che nei giorni scorsi ha portato al raggiungimento di un accordo con la Regione Puglia per l’avvio di un tavolo di confronto e l’attuazione di una serie di impegni.  “Abbiamo chiesto un confronto per modificare in corso d’opera quelle incongruenze che già ora sono evidenti, più altre che dovessero emergere. Per questo serve un dialogo continuo sulla materia, a livello regionale ma anche locale, con le singole Asl, per vedere quali accorgimenti si possono mettere in atto per modificare i punti più problematici. Ora aspettiamo che questi accordi vengano rispettati, e terremo gi occhi aperti di quello che accadrà”. 

Intanto domani, venerdì 16 dicembre,  la questione del piano di riordino e il 'no' alla prevista chiusura del reparto di Neurochirurgia del ‘Di Venere’ saranno al centro di un incontro organizzato da Sinistra italiana nella sala consiliare del Comune di Valenzano, alle ore 18.30.

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