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Cronaca

Politecnico, studenti in assemblea contro la chiusura di Ingegneria edile-Architettura

L'iniziativa organizzata da Link per discutere della decisione di disattivare il corso di laurea, assunta nei giorni scorsi dal Senato Accademico. Il sostegno della Flc Cgil: "Quanto accaduto rafforza la nostra preoccupazione per lo stato preagonico in cui versa il sistema universitario, specie nel Sud"

Continua a far discutere, al Politecnico, la decisione di disattivare il corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura. Un provvedimento, quello approvato nei giorni scorsi dal Senato Accademico, che ha scatenato le proteste delle associazioni studentesche e degli stessi iscritti. Una scelta che avrebbe colto di sorpresa studenti e docenti, poichè - sostiene l'associazione Link - da tempo si discuteva nei dettagli di come invece riformare e rilanciare il corso di studi. Nei giorni scorsi, interpellato da BariToday, il rettore del Politecnico Eugenio Di sciascio ha spiegato la scelta con la necessità di salvaguardare la qualità e offrire corsi in grado di "produrre figure occupazionali, non solo laureati".

Nel pomeriggio, l'associazione studentesca Link ha organizzato un'assemblea per "discutere delle dinamiche e le circostanze che hanno portato alla chiusura del corso di studi". L'iniziativa del sindacato studentesco ha ricevuto il sostegno della FLC Cgil Bari: "Il Politecnico di Bari, nel silenzio di chi è consapevole di compiere una brutta azione - si legge in una nota pubblicata su Fb dal sindacato - ha cancellato un prestigioso corso di Laurea, quello in Ingegneria Edile-Architettura. Una laurea magistrale (cinque anni) di standard europeo, che forma professionisti in grado di progettare, realizzare, recuperare in campo edilizio ed urbanistico". "La FLC Cgil Bari CGIL appoggia l’iniziativa dell’associazione studentesca Link e di tutti coloro che stanno partecipando all'assemblea al Politecnico", commenta il segretario generale di categoria Ezio Falco. 

"L’offerta formativa dell’Italia meridionale risulta così da un giorno all’altro irrimediabilmente più povera. Chi lo ha deciso? Perché? Se questo delitto si è consumato a causa di sciagurate scelte politiche nazionali, si è tentato di trovare soluzioni alternative con il coinvolgimento delle Amministrazioni locali? Gli Studenti, le forze sociali pretendono una risposta. Quanto è successo rafforza la nostra preoccupazione per lo stato preagonico in cui versa il sistema universitario, specie nel Sud", commenta il Segretario Generale Cgil Bari Pino Gesmundo. "Rischiamo prossimamente di assistere anche alla chiusura degli Atenei. E’ evidente l’impoverimento dell’offerta formativa, il continuo calo del numero delle immatricolazioni, la perdita di posti di lavoro per docenti, ricercatori, tecnici ed amministrativi. L’Italia è in fondo alle classifiche dell’Unione europea per gli investimenti nei settori dell’alta formazione e ricerca. Il Governo deve tornare in dietro: occorre ripristinare i finanziamenti ordinari, annullare i tagli inferti con l’intento di penalizzare l’università e la ricerca pubblica, garantire un effettivo Diritto allo studio. Occorre sbloccare le assunzioni. Occorre un'articolata ed efficace mobilitazione generale nelle università che sappia parlare al Paese. L’Università pubblica possiamo ancora salvarla. Siamo ancora in tempo".

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