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Cronaca

Presentazione del libro: la politica senza diritto

Convegno alla sala Paolo VI del Comune di Monopoli presso il Palazzo San Martino

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

Si è conclusa giovedì scorso la presentazione del libro affidata all’organizzazione dell’Associazione Avvocati Tribunale di Monopoli in collaborazione con l’Associazione Culturale Santa Madre Puglia con il patrocinio e supporto dell’Ordine degli Avvocati di Bari. Il convegno ha avuto luogo alla Sala Paolo VI del Comune di Monopoli presso il Palazzo San Martino. Dopo i saluti iniziali dell’Avv. Milena Lorussi (Presidente dell’Associazione Avvocati Tribunale di Monopoli) la discussione è stata coordinata dal Prof. Roberto Varricchio che ha presieduto l’incontro formativo e con la sua relazione sugli aspetti sociologici del fenomeno migratorio ha aperto i lavori del convegno. Successivamente il Dott. Giacomo Sante Stefano Chiechi (economista) ha argomentato, dal punto di vista squisitamente tecnico-economico e fiscale, sulle delicate tematiche attinenti alla tassazione, servizi pubblici e il processo di privatizzazione in Italia passando all’analisi del bilancio dello Stato e dei finanziamenti dell’Unione Europea. Infine, l’Avv. Paolo Iannone del Foro di Bari ha concluso il seminario giuridico lanciando un messaggio propositivo alle Istituzioni per un rinnovato spirito di partecipazione che avvicini i cittadini verso la politica. Lo sguardo lungimirante dell’Avv. Paolo Iannone si posa poi sull’Europa ed, infatti, lo studioso barese ha dichiarato che:«I fenomeni sociali pongono l’Europa a un bivio: restare un ‘museo storico’ o divenire una nuova realtà geopolitica. C’è chi, con euroscetticismo e argomentazioni populiste, legge la fase calante delle velleità europeistiche come prova della necessità di abbandonare la politica comunitaria e di rinchiudersi in un sistema statale, tracciando confini invalicabili. Seppur suggestiva, la predetta prospettazione non appare convincente in epoca di globalizzazione. Di certo, governare la nuova cartina geopolitica impone un ruolo delicato per l’Europa e che l’Europa stessa non ha sinora dimostrato di essere in grado di recitare. Purtroppo, non sembra che i rimedi proposti, in alternativa al perseguimento di una Europa unita, possano essere ad oggi preferibili all’impegno da profondere per rendere l’auspicata ‘unità’ qualcosa di davvero sostanziale». La speranza è che l’attuale classe dirigente faccia tesoro di questo importante contributo attuando buoni propositi per una buona politica.

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