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Ombrelli aperti contro i tagli agli atenei: proteste alla 'Primavera dell'Università'

Singolare protesta, questa mattina, nell'aula magna del Politecnico, durante la giornata di confronto organizzata dalla Crui. I manifestanti: "Risorse a livello degli anni '90". Il rettore Di Sciascio: "Gli atenei del Sud fanno di necessità virtù"

Ombrelli aperti, all'improvviso, nell'aula magna del Politecnico: nessuna infiltrazione d'acqua ma una singolare protesta inscenata da un gruppo di precari accademici nel giorno della 'Primavera dell'Università', evento annuale organizzato dalla Crui (Conferenza Rettori Università Italiane) per fare il punto sullo stato del sistema di atenei italiano. Durante l'intervento del rettore del Politecnico, Eugenio Di Sciascio, numerose persone al centro della sala si sono alzate in piedi aprendo simbolicamente (e di fatto) di ombrelli per ripararsi dalla 'pioggia' di tagli "nell'inverno più nero che questa Università sta attraversando". 

Attimi di sbigottimento generale interrotti da un estemporaneo intervento degli organizzatori della protesta che ha visto protagonisti ricercatori e professori: "In termini di valori reali i finanziamenti all'Università sono tornati agli anni '90 - ha affermato Francesco Prota, docente di Economia dello Sviluppo nel Dipartimenti di Scienze Economiche dal podio dell'aula  - Si è creato un insieme di regole che portano alla contrazione e in questa situazione i docenti degli atenei meridionali non ce la fanno. Non c'è più spazio per la retorica. Le eccellenze se non c'è una chiara inversione di rotta sono destinate a morire. L'Università non può sopravvivere se non c'è un'adeguata dotazione di fondi, per competere alla pari con gli altri".

Poco prima, il rettore Di Sciascio aveva aperto i lavori puntando anche su aspetti positivi, nonostante la crisi e il taglio delle risorse: "Il comparto - ha affermato - è l'unico, tra quello dello Stato, ad aver ridotto i fondi drasticamente nell'ultimo quinquennio, passando dai 7,4 miliardi di euro del 2009 ai 6,4 del 2015. Le Università meridionali hanno imparato a fare di necessità virtù e a lavorare con quello che avevano, molto poco. Stiamo operando positivamente nella definizione di laboratori pubblico-privato, rafforzando le iniziative con le grandi imprese, creando occasioni di confronto tra accademia, ricercatori e aziende con ricadute positive sul territorio. Abbiamo altre 4 richieste di multinazionali per attivare questo tipo di interazioni nel Politecnico in maniera stabile. Sono possibilità per far crescere il territorio. Gli studenti se ne vanno perché hanno idea che non ci sia la speranza. La nostra Università, invece - ha proseguito Di Sciascio - è seconda in Italia per numero di immatricolati, pur notando una crescita non omogenea nei settori didattici". Cominciato con un minuto di raccoglimento per le vittime dell'incidente del bus in Catalogna di sabato notte, in cui hanno perso la vita 13 studentesse universitarie, tra cui 7 italiane, il confronto è poi proseguito con l'intervento degli altri rettori delle principali università regionali e del giornalista del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella.

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