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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Processo al clan Strisciuglio, chieste 40 condanne per droga e associazione mafiosa

Fra 17 anni e 7 anni di reclusione (per complessivi 554 anni di carcere) le condanne chieste dal pm antimafia Patrizia Rautiis

Quaranta condanne a pene comprese fra i 7 e i 17 anni di reclusione sono state chieste dal pm Antimafia della Procura di Bari Patrizia Rautiis nell'ambito del processo "Libertà" che vede imputati presunti affiliati al clan Strisciuglio accusati di associazione mafiosa e traffico di droga.

Nel processo è contestato anche l'omicidio del pregiudicato Antonio Chiarolla, ucciso nell'ottobre 2006 con un colpo di pistola in pieno volto. Del delitto si è autoaccusato uno degli imputati, Giovanni Amoruso, da alcuni mesi collaboratore di giustizia. Per lui l'accusa ha chiesto la condanna a 10 anni di reclusione.

Nell'ambito del processo "Libertà" la Procura ha ricostruito le attività illecite del clan capeggiato da Domenico Strisciuglio soprannominato 'Mimmo La Luna', dal 2006 al 2012, a partire dalla ''rigenerazione'' - come l'ha definita il pm in aula - del gruppo criminale dopo il blitz 'Eclissi' del gennaio 2006 che aveva decimato il clan con 182 arresti. ''Assoggettamento, intimidazione, omertà'' sono le parole ripetute dall'accusa nella requisitoria conclusiva. Il clan Strisciuglio rappresenta ''un contro-Stato capace di seminare morte sul suo cammino'', ha detto il pm.

La condanna più pesante, a 17 anni 5 mesi e 10 giorni di reclusione, è stata chiesta per il pregiudicato Giorgio Fanelli, ritenuto dagli investigatori uno dei vertici dell'organizzazione. Condanne a 15 anni sono state chieste per 24 dei 40 imputati. Tra questi il presunto reggente del clan al quartiere Enziteto di Bari, Luigi Spano, uno dei responsabili dei ''gruppi di fuoco'', Vito Valerio, il referente dell'alleato clan Telegrafo del quartiere San Paolo, Carlo Iacobbe, e il pregiudicato Giovanni Lovreglio che nei giorni scorsi ha ottenuto dal Tribunale di Sorveglianza di Roma la revoca del regime del carcere duro. Secondo i giudici Lovreglio non avrebbe una ''biografia criminale di spessore'' tale da giustificare il regime carcerario del 41 bis, al quale sono sottoposti i boss. La sentenza, dopo le udienze dedicate alle arringhe difensive, è prevista per il prossimo 18 novembre.

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