Popolare di Bari, la banca non sarà responsabile civile nel processo. La protesta di azionisti e risparmiatori: "Un colpo letale"
Accolta l'istanza di estromissione dell'istituto di credito nel processo penale agli ex vertici. Le parti civili, tra cui migliaia di azionisti, potranno chiedere un risarcimento dei danni in sede civile
La Banca popolare di Bari non sarà responsabile nel processo che vede imputati i suoi ex vertici, perché nei confronti dell'istituto di credito è stato violato il diritto di difesa in relazione alla mancata notifica di accertamenti tecnici irripetibili. Questa, come riporta l'Ansa, la decisione assunta dal Tribunale di Bari, presidente del collegio Marco Guida: è stata dunque accolta l'eccezione sollevata dalla banca, già costituita come parte civile nel processo e oggi estromessa nel suo ruolo di responsabile civile.
Secondo il provvedimento del Tribunale, riporta ancora l'Ansa, l'estromissione non pregiudica il diritto delle parti civili (tra cui vi sono migliaia di azionisti) a chiedere un risarcimento dei danni in sede civile.
"La Banca è fuori da questo processo penale relativo agli anni 2014 e 2015 - commenta l'AssoAzionistiBpd - Sicchè tutte le richieste risarcitorie potranno essere avanzate solo in sede civile. Con grandi difficoltá... Una brutta notizia per i soci che si erano costituiti parte civile nel processo penale". Proprio ieri, gli azionisti erano tornati a manifestare in vista della decisione sull'istanza di estromissione. Sono circa tremila i risparmiatori ammessi come parte civile.
"Giustizia negata per un cavillo", è il commento, riportato dall'AdnKronos, dall'avvocato Corrado Canafoglia, che insieme agli avvocati Antonio Calvani, Valentina Greco e Ennio Cerio, rappresenta per l'Unione Nazionale Consumatori il collegio di difesa di 230 azionisti azzerati dal cosiddetto 'crac' dell'istituto di credito pugliese. "Un colpo letale per i risparmiatori", aggiunge. "Siamo sgomenti. Dopo che era stata accolta la nostra richiesta di chiamare in causa la Banca Popolare di Bari quale responsabile civile, ora, nel bel mezzo del processo, si fa un'inversione a 'U', affossando ogni concreta possibilità per i risparmiatori di avere, in caso di condanna degli imputati, un equo risarcimento per le gravi perdite subite. In ogni caso - conclude Canafoglia - non molleremo e valuteremo se procedere in sede civile".
Il processo è nei confronti di Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio, ex presidente ed ex condirettore generale dell'istituto di credito barese. Tra i reati contestati il falso in bilancio, il falso in prospetto, le false comunicazioni e ostacolo alla vigilanza.