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Cronaca Molfetta

"Sparavano nel centro di Kiev, eravamo terrorizzati": i racconti dei profughi ucraini salvati da don Gino

Il parroco del Duomo di Molfetta era partito per una missione umanitaria nel Paese dilaniato dalla guerra con i russi. In 46 sono tornati in Italia grazie al sacerdote

"Eravamo paralizzati dalla paura, non uscivamo da casa da giorni, sparavano ogni dieci minuti nel centro di Kiev e correvamo come matti quando sentivamo le sirene". Il racconto dell'orrore della guerra in Ucraina, riportato all'agenzia Ansa da Tamara, una delle profughe portate in salvo a Molfetta da don Gino Samarelli, parroco del Duomo di Molfetta, partito in una missione umanitaria sostenuta dalla Diocesi di Molfetta, dal Comune di Molfetta, dal SerMolfetta e da tanti volontari. "Mi sono rilassata - prosegue la donna - quando ho visto il mare, le palme e la natura meravigliosa dell'Italia".

Il sacerdote ha portato dall'Ucraina 46 profughi in fuga dalla guerra. Di questi, sette sono stati accompagnati a Spinea, in Veneto, e uno a Bologna per ricongiungersi con i famigliari. Altri sei adulti ciechi sono stati portati al centro Don Orione di Foggia e tutti gli altri, donne con cinque bambini, tra i quali una neonata di 9 mesi, sono arrivati in serata a Molfetta.

Ad accogliere il bus con a bordo don Gino e i profughi davanti al Duomo, c'erano il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, il vescovo, monsignor Domenico Cornacchia e i volontari dell'associazione Ser.
"Finalmente sono a casa i nostri ospiti, perché ormai non sono più profughi" ha detto don Gino appena sceso dal pullman - Raccontano storie molto dolorose, assurde, alle quali non avrei creduto se non avessi visto con i miei occhi quei volti giovanissimi, ancora ingenui, di ragazzi e ragazze alla frontiera armati di tutto punto".

Un gruppo ora proseguirà il viaggio verso Martina Franca, mentre altri 13 "resteranno qui - ha detto don Gino - , ospiti dell'affetto delle nostre comunità

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