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Cronaca

Centri di salute mentale, via libera al riordino. Guardie mediche trasferite negli ospedali

La risposta delle autorità dopo l'omicidio della psichiatra Paola Labriola. I centri passeranno da 14 a 7. L'assessore regionale alla Salute Gentile: "Concentreremo il personale per implementare i servizi"

Sportelli front office per "filtrare" le istanze di chi si presenta nei centri, guardie giurate non in divisa e disarmate per il controllo dei presidi, trasferimento delle guardie mediche presso gli ospedali, dove si occuperanno anche dei 'codici bianchi' dei pronti soccorso, corsi di difesa personale rivolti soprattutto alle operatrici di sesso femminile. Sono alcune delle proposte avanzate oggi durante il vertice sulla sicurezza che si è tenuto in Prefettura, all'indomani dell'omicidio della psichiatra Paola Labriola, uccisa a coltellate da un paziente, che ha fatto esplodere la polemica sulle condizioni di rischio in cui gli operatori sanitari lavorano quotidianamente.

Al tavolo del prefetto l'assessore alla Salute Elena Gentile e il direttore generale della Asl di Bari Domenico Colasanto hanno innanzitutto confermato il piano di riordino e accorpamento dei Centri di salute mentale (Csm) di Bari e provincia, che passeranno da 14 a 7 al fine di garantire un orario prolungato di apertura (che sarà di 12 ore al giorno) e una maggiore presenza di personale che dovrà essere sia maschile sia femmine.

"Ridurremo i centri - ha spiegato Gentile - non per tagliare i servizi ma per implementarli, per fare in modo che dentro vi sia più personale. E assicureremo la promiscuità di genere". "La mia idea - ha aggiunto - è anche quella di promuovere corsi di difesa personale soprattutto per le operatrici di sesso femminile. Ieri erano solo donne in quel centro". "Noi non vogliamo militarizzare gli ospedali e il territorio - ha sottolineato - e non vogliamo presidiare con le armi i servizi di presa in cura delle persone fragili''.

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