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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Report Ecosistema Urbano, Bari non brilla come città green: maglia nera per gestione del verde urbano e sul consumo di suolo

Il rapporto di Legambiente misura le performance ambientali delle 104 città capoluogo italiane: Bari si piazza nella parte bassa della classifica (85esima), ma vede una sua best practice riconosciuta

Bari non brilla come città green: il capoluogo regionale pugliese si piazza solo all’85° posto nel report 'Ecosistema urbano' di Legambiente, il rapporto di Legambiente sulle performance ambientali delle 104 città capoluogo italiane. Dati che vedono Bari anche come 'maglia nera' per quanto riguarda la gestione del verde urbano e sul consumo di suolo.

I dati in Puglia

In Puglia è Taranto la migliore città in regione collocandosi al 59° posto (51,46%), segue Lecce, che è perde ben otto posizioni, al 75° posto (47,68%), Brindisi al 79° posto (46,35%), Bari all’85° posto (44,94%) e Foggia al 93° (40,88%). I dati delle città capoluogo della provincia di Bat non sono stati presi in considerazione perché incompleti e in alcuni casi non pervenuti.

Per quanto riguarda il tema della qualità dell’aria i dati sono tornati a crescere in tutte le città della regione. In particolare i dati sulla concentrazione di Pm10 sono rimasti sostanzialmente inalterati rispetto alla scorsa edizione del dossier, così come quelli riguardanti di biossido di azoto. Aumentano vertiginosamente, invece, i giorni di superamento della media mobile sulle 8 ore di 120 ug/mc dell’ozono. Tutte le città però superano le nuove indicazioni in materia data dall’OMS e che proprio in questi giorni sono in discussione, come nuove linee guida, presso la commissione.

Sul tema rifiuti, ad esclusione di Lecce che vede un aumento dal 61,6% al 65%, in tutte le città capoluogo della Puglia si fa ancora fatica ad attivare correttamente la raccolta differenziata. Tali dati e situazione non fa altro che incidere negativamente su tutti gli altri comuni pugliesi che subiscono ancora pesanti conferimenti in discariche e soprattutto la mancanza di un numero adeguato di impianti di riciclo su tutto il territorio pugliese che possa finalmente puntare ad una vera e corretta economia circolare.

I dati del trasporto pubblico e dell’infrastrutturazione ciclabile premiano solo la città di Taranto che aumenta i numeri degli utenti dei mezzi pubblici. Uno sguardo complessivo della regione denota che nelle città si fa fatica a spingere all’uso del trasporto pubblico locale, il quale favorirebbe la gestione del traffico cittadino e dunque la qualità dell’aria. Inoltre le città dovrebbero guardare al proprio futuro in un’ottica di mobilità sostenibile e città dei 15 minuti. Una seria progettazione urbana si va ad innestare in un mix di trasporto pubblico locale, sharing mobility e, più in generale, mobilità green.

Dati non confortanti, inoltre, arrivano dalla gestione del verde urbano e sul consumo di suolo, dove Bari è maglia nera. È sempre più evidente la necessità di un cambio radicale delle pianificazioni locali urbanistiche che devono puntare sempre più ad un’ottica verde e sostenibile, con un incremento delle aree verdi e di alberi al posto di una incontrollata e non più tollerabile cementificazione che non fa altro che creare maggiori disuguaglianze sociali con centri periferici veri e proprio ghetti. La Puglia, in questi anni, ha dato un grave esempio negativo, legiferando a favore di un incremento di cubature non sono in aree urbane, ma anche in zone agricole e industriali. Basti vedere le numerose proroghe del Piano Casa che puntualmente è stato impugnato dal Governo nazionale perché in contrasto con le normative nazionali in materia. L’ultima proprio qualche settimana fa.  

Le best practice baresi

Il capoluogo regionale vede però anche una delle best practice del rapporto: il primo minibus elettrico a guida autonomo, presentato in Fiera del Levante. Si tratta di un mezzo con capienza massima di 15 persone, senza volante e con alimentazione elettrica, che raggiunge una velocità massima di 25 km/h. La sperimentazione si svolge nell’ambito del progetto Casa delle tecnologie emergenti, finanziato dal Mise, e prevede un periodo di test fino a fine settembre. Pur essendo del tutto autosufficiente, il veicolo vedrà la presenza costante a bordo di un operatore dell’Amtab, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente. La sperimentazione è partita lo scorso 12 settembre, negli spazi della Fiera del Levante, arriverà fino a fine mese ed è stata realizzata in collaborazione con l’Ente Fiera, TIM, NAVYA SA e I-Mobility Garage, oltre agli altri partner della CTE e sarà replicabile in altri contesti urbani a partire dal 2023. Il bus utilizza una tecnologia innovativa e affidabile ed è configurato in modo tale da essere completamente simmetrico fronte retro. Nei prossimi giorni prenderà il via la vera e propria sperimentazione aperta alla partecipazione della cittadinanza, cui verrà anche somministrato un questionario utile a descrivere la propria esperienza sul mini bus. Il progetto è in linea con la politiche di smart mobility dell'amministrazione comunale e riguarda sia gli interventi infrastrutturali sia la realizzazione delle piattaforme informatiche e delle tecnologie sperimentali necessarie per attivare "Bari Open Innovation HUB", il centro d'innovazione pensato per sperimentare nuove tecnologie e protocolli operativi con particolare riferimento al tema della guida autonoma e semi-autonoma attraverso l'utilizzo di tecnologie abilitanti e l'impiego dell'AI, di IoT di nuova generazione e di droni.

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