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Cronaca

Rappresentanza femminile, dal 21 marzo convocati gli Stati Generali delle Donne

L'annuncio durante l'assemblea convocata in mattinata in Aula Consiliare. Decaro: "Al vertice delle municipalizzate devono esserci più donne". Scintille tra Emiliano e Schittulli

Una tre giorni di studio per avanzare proposte, analizzare contenuti, costruire relazioni e individuare donne che abbiano voglia di farsi portavoce del programma candidandosi alle prossime amministrative. E’ in sintesi questo l’obiettivo degli Stati Generali delle Donne che si svolgeranno dal 21 al 23 marzo a Bari, presso l’Officina degli Esordi. L’annuncio è stato dato in mattinata all’interno di una assemblea organizzata da diverse associazioni femminili e svolta nella sala consiliare di Bari. L’idea è di avviare una sessione di lavoro dove le donne baresi si metteranno a confronto per stilare un programma che metta al centro la rappresentanza femminile. “Donne da affiancare a quelle già presenti, s’intende, ciascuna secondo il proprio credo politico e che i partiti si impegnano a candidare e sostenere”, ha affermato Lorena Saracino, giornalista oltre che una delle organizzatrici della giornata. “Le donne scelte dalle donne non si presenteranno a mani nude dai partiti, perché potranno contare sui voti di chi le ha scelte, starà ai partiti avere l’intelligenza di sfruttare questa opportunità”.

Secondo quanto spiegato dagli organizzatori, gli Stati Generali delle Donne non saranno soltanto un’occasione per promuovere dal basso “una nuova classe dirigente” ma anche un tentativo di integrare i programmi dei diversi candidati sulle tematiche di genere, “tracciando un profilo della nuova città delle donne e interpellando le cittadine nei vari quartieri sulle loro necessità primarie”.

All’incontro hanno partecipato alcuni candidati sindaco. Antonio Decaro (centrosinistra) ha promesso che nella sua ipotetica giunta, il 50% degli assessori saranno donna. “A ciò aggiungo che è arrivato il momento di avere delle donne alla guida delle aziende municipali e chiederò alle liste della mia coalizione di prevedere la presenza di donne oltre la soglia minima prevista dalla legge”.

Mimmo Di Paola (centrodestra), un po’ acciaccato a causa di una fastidiosa influenza, ha sottolineato l’interesse della sua lista ad “accogliere quanto sarà prodotto durante gli Stati Generali delle Donne” anche perché “il movimento Impegno Civile è nato dal basso senza distinguere le persone per credo politico”. Desiree Digeronimo (Riconosciamo Bari), ha invece spostato l’attenzione sulla voglia della sua squadra a “costruire una città a misura di donna” mentre Luigi Paccione (Convochiamoci per Bari) ha manifestato apprezzamento “per il lavoro svolto in questi anni dalle associazioni femminili del territorio al fine promuovere una differenza di genere che la politica fatica a riconoscere”.

Tra i vari interventi si è ricordato il pasticcio della legge regionale 50/50 già vigore in altre città d’Italia e rigettata dall’assise di via Capruzzi. “Uno strabismo incomprensibile”; commenta Saracino “dato che i parlamentari iscritti agli stessi partiti  hanno approvato una  legge sulla doppia preferenza per le elezioni comunali”. Infatti alle amministrative del 25 maggio prossimo ogni elettore potrà esprimere la doppia preferenza di genere indicando due persone di sesso opposto purché dello stesso partito.

Al termine dell’incontro c’è stato il tempo per un screzio tra il presidente della Provincia di Bari Francesco Schittulli e il sindaco Michele Emiliano. Il primo è intervenuto elencando come, sia nella sua vita politica che in quella professionale, abbia sempre supportato la crescita di individualità femminili.  Emiliano si è ironicamente domandato “Quante donne ha in giunta Schittulli?” (risposta: solo una, ndr). Da lì è partito un battibecco cha ha visto protagonista anche Mimmo Magistro del Psdi presente tra i banchi dell’aula consiliare. Alla fine tutto è rientrato. Ma di sicuro ne avremmo fatto a meno.

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