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Cronaca

"Razzisti? Una brutta razza", Fiona May a Bari per presentare il progetto Figc

La campionessa mondiale di salto in lungo testimonial del percorso educativo promosso dalla FIGC al fine di favorire l'integrazione e combattere ogni forma di discriminazione nei settori giovanili calcistici

C'è anche Bari tra le città italiane coinvolte nel progetto "Razzisti? Una brutta razza", il percorso educativo dalla FIGC per favorire l’integrazione e combattere ogni forma di discriminazione nei settori giovanili calcistici.

A presentare l'iniziativa è arrivata questa mattina a Palazzo di Città Fiona May, l’atleta italiana che presiede la commissione FIGC per la lotta al razzismo e che ha ideato il progetto al fine di coinvolgere i giovani sportivi nel processo di sensibilizzazione contro le discriminazioni.

L’evento clou del progetto, che arriva a Bari dopo aver già toccato Firenze, Torino e Catanzaro, si terrà domani alle ore 16.00, presso il multisala Showville, dove Fiona May sarà protagonista di un talk show moderato dal giornalista Antonello Piroso. Tra gli ospiti Igor Protti, indimenticato attaccante della squadra di calcio del Bari. Il progetto prevede, inoltre, che nelle settimane precedenti all’evento, riproposto in tutte le città interessate dal progetto, gli istruttori delle squadre giovanili coinvolte propongano occasioni di approfondimento sul tema del razzismo durante gli allenamenti.

“Do il benvenuto a Fiona May - ha esordito il sindaco di Bari - un’icona dello sport che oggi ha deciso di mettere al servizio della crescita dei nostri ragazzi, la sua carriera, la sua persona e la sua esperienza di italiana dalla pelle scura. Oggi presentiamo un progetto importante che tappa a Bari per approfondire nelle scuole calcio il tema del razzismo che, senza ipocrisia alcuna, dobbiamo dirci che è ancora presente nel nostro Paese. Fiona May è una cittadina italiana che ha reso grande il nome del nostro Paese sui podi più importanti facendosi spazio in un mondo, quale è quello dello sport, che a volte, soprattutto nella fase adolescenziale dei ragazzi, può essere spietato. Invece noi proprio dello sport e del gioco abbiamo bisogno per far sentire le persone tutte uguali. I bambini sono la nostra speranza e la risorsa su cui possiamo e dobbiamo investire per cambiare questo Paese. Perché noi vogliamo essere il Paese delle Fiona May e del calcio che promuove integrazione, e non il paese dei Belloli e dello sport che discrimina”.

“Ringrazio tutti per la collaborazione - ha detto Fiona May - soprattutto perché da una mia idea molto ambiziosa, subito accolta dalla FIGC, è nata una sfida per combattere tutte le forme di discriminazione, non solo razziale. È un mio dovere fare qualcosa e credo si tratti di una responsabilità di tutti, genitori e dirigenti delle società, ribaltare un modo di fare inaccettabile. Ci credo molto perché, come diceva Nelson Mandela, lo sport è più forte della politica in queste battaglie. Siamo tutti uguali, non ci sono differenze tranne il colore della maglia”.

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