Le difese dei 33 imputati nel processo alla 'cupola Tedesco' si oppongono alla costituzione di parte civile della Regione Puglia. La decisione del gup Antonio Diella sulla richiesta avanzata dall'ente - che ha chiesto anche un risarcimento di 5 milioni di euro - arriverà il 12 ottobre prossimo, ma nell'udienza odierna i difensori degli imputati hanno espresso la loro contrarietà. Le difese ritengono infatti che l'ente regionale non sia legittimato a costituirsi in giudizio poiché contro gli imputati hanno chiesto di essere parti civili le Asl e l'Arpa Puglia, che sono le reali persone offese.

IL PROCESSO - L'udienza preliminare riguarda la prima delle tre inchieste a carico di Tedesco che portò alla richiesta di arresto (respinta due volte dal Senato) per l'ex assessore della giunta guidata da Nichi Vendola. A Tedesco vengono contestati i reati di associazione per delinquere, concussione, abuso d'ufficio, corruzione e falso. Nell'inchiesta sono coinvolti anche l'ex direttore generale della Asl Bari Lea Cosentino, imprenditori, dirigenti di alcune Asl e di ospedali pubblici pugliesi e l'ex braccio destro dell'allora assessore alla Sanità Mario Malcangi. Secondo i pm, Tedesco, insieme ad altre 19 persone, avrebbe costituito un'associazione per delinquere al fine di "commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione". Dal 2005 al 2009 - secondo l'accusa - avrebbe fatto parte di "una rete che era in grado di controllare forniture e gare di appalto che venivano illecitamente pilotate verso imprese facenti capo ad imprenditori collegati da interessi familiari e economici con i referenti politici e che erano in grado di controllare rilevanti pacchetti di voti elettorali da dirottare verso il Tedesco in occasione delle competizioni elettorali".