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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Cittadini egiziani rimpatriati, le associazioni umanitarie protestano

All'indomani del rimpatrio di 71 dei 150 migrannti fermati domenica notte al largo di Bari, Unhcr, Oim e Save the Children denunciano il comportamento delle forze di polizia che hanno vietato loro di incontrare i cittadini egiziani. "Impossibile accertare se nel gruppo ci fossero richiedenti asilo"

E' polemica sul rimpatrio, avvenuto nelle prime ore del mattino, degli immigrati egiziani fermati dalla Guardia di Finanza domenica notte, al tremine di un lungo inseguimento al largo delle coste berese. A sollevare la discussione era stato già ieri il presidente della regione Puglia Nichi Vendola, il quale aveva lanciato un appello affinchè fosse evitato il rimpatrio coatto, denunciando anche un comportamento anomalo delle forze di polizia che avrebbero vietato alle associazioni umanitarie di avere contatti con i migranti fermati.

Una circostanza confermata nel primo pomeriggio da una nota congiunta di Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e Save the Children, che dal 2006 operano come partner nell'ambito del progetto Praesidium finanziato dal ministero dell'Interno.

Secondo le associazioni, ai 71 immigrati rimpatrati oggi non sarebbe stata data la possibilità di incontrare le associazioni umanitarie, "le quali - si legge nella nota - avevano richiesto di poter incontrare i migranti a conclusione delle attività ispettive e di identificazione, prima che fossero adottati provvedimenti sul loro status giuridico ed eventuali misure di allontanamento dal territorio italiano. Tale richiesta era finalizzata all'individuazione di soggetti particolarmente vulnerabili, come minori erroneamente riconosciuti maggiorenni o richiedenti protezione internazionale".

"La situazione risulta inoltre particolarmente grave - continua la nota - considerando che, in base alle testimonianze rese da cinque migranti non rimpatriati e trasferiti nel Cie di Bari, la quasi totalità del gruppo sembrerebbe appartenere alla minoranza copta. Non è la prima volta che accadono episodi di questo genere. Nel corso dell'ultimo anno, alle organizzazioni del progetto Praesidium è stato sistematicamente negato l'accesso ai migranti provenienti dall'Egitto che sbarcano in Puglia, Calabria e Sicilia. In tali casi il divieto è stato motivato con esigenze legate alle indagini e alle procedure d'identificazione. Di fatto però, l'accesso non è mai stato consentito neanche a conclusione delle suddette attività".

"L'Unhcr, l'Oim, e Save the Children - conclude il comunicato - operano in Puglia nell'ambito del progetto Praesidium, con l'obiettivo di fornire informazioni e orientamento a coloro che arrivano via mare, individuare gruppi vulnerabili quali richiedenti asilo, minori non accompagnati e vittime di tratta e di rafforzare le capacità di accoglienza. Il mancato accesso ai 150 migranti risulta quindi non conforme alle modalità operative dello stesso progetto".
 

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