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Cronaca Triggiano

A Triggiano aperta la camera ardente per Roberta e Angelo, morti nella strage della funivia: "Dolore e rabbia"

La cittadina barese si stringe attorno a parenti e amici della coppia morta con altre 12 persone sul Mottarone. Le strade attorno al municipio sono transennate e presidiate dalla Polizia locale

"Sconforto e rabbia". Il sentimento che accomuna Triggiano lo esprime Il sindaco Antonio Donatelli. "Una tragedia che non doveva avvenire, per la quale non ci sono giustificazioni. Il 23 maggio per noi rimane una data nefasta, quella in cui ricordiamo anche l'uccisione di Rocco Dicillo, agente della scorta del giudice Giovanni Falcone ammazzato dalla mafia nella strage di Capaci ". La cittadina barese si stringe attorno a parenti e amici di Roberta Pistolato, 40anni ,e Angelo Vito Gasparro, 45.

Dalle 9 del mattino di venerdi 28 maggio Il Comune ha allestito la camera ardente con i feretri della coppia morta all'interno della cabina della funivia del Mottarone lo scorso 23 maggio. Sono tra le 14 vittime dell'incidente che ha sconvolto il Paese, provocando sdegno dopo che le indagini e gli arresti hanno rivelato la manomissione del sistema frenante dell'impianto. I due vivevano dal 2012 a Piacenza, lei medico, lui impiegato in un Cup Asl. Tanti si sono stretti ai parenti in queste ore, tra loro Carlo, amico di Angelo:" Al dolore per la loro morte si aggiunge la rabbia per ciò che stiamo apprendendo questi giorni. Mi rimane il ricordo di un bravissimo ragazzo".

Le strade attorno al municipio sono transennate e presidiate dalla Polizia locale. Alcuni parenti si lasciano andare solo a un commento:"Dite che erano fantastici, meravigliosi. Erano spettacolari entrambi". Un vicino di casa dei genitori di Angelo Vito racconta della sua famiglia, distinta, "brave persone colpite da una tragedia immane". Altri ricordano i momenti vissuti assume a entrambi, fin da bambini:"Due persone buone, non ci sono parole per ciò che è accaduto". Alle 15 le salme saranno portate al cimitero. Alle 16 Il rito funebre celebrato in forma riservata secondo i canoni della comunità dei testimoni di Geova cui appartenevano.
 

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