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Cronaca

Ruvo, ambulanze non a norma per il servizio 118: cinque indagati per truffa

Sotto accusa la Commissione esaminatrice per l'affidamento del Servizio Emergenza Urgenza della Asl di Bari. A far partire le indagini della Procura di Bari la denuncia di un'associazione esclusa dalla selezione

Cinque persone indagate per i reati di concorso in abuso d'ufficio, falso materiale e ideologico, turbativa d'asta e truffa aggravata ai danni della Asl di Bari e della Regione Puglia: la Procura di Bari ha chiuso l'inchiesta su una presunta truffa da oltre 400mila euro per l'affidamento del servizio di 118 a Ruvo di Puglia.

GLI INDAGATI - Sotto accusa la Commissione esaminatrice per l'affidamento del Servizio Emergenza Urgenza della Asl di Bari, presieduta da Marco De Giosa, che avrebbe consentito l'illegittima aggiudicazione della gara ad una associazione priva dei requisiti richiesti dal bando. Insieme a De Giosa, presidente della Commissione e coordinatore del 118 della Asl di Bari, sono indagati i tre componenti della commissione, Domenico Lagravinese, Pierpaolo Carella e Raffaele Magrone, e il presidente e legale rappresentante dell'Associazione di volontariato aggiudicataria della gara, Sabino Olivieri.

L'INCHIESTA DELLA PROCURA DI BARI - I fatti si riferiscono al periodo compreso tra agosto 2011 e agosto 2013. A far partire le indagini, coordinate dal pm di Bari Antonino Lupo, è stata la denuncia di un'associazione esclusa dalla selezione. Secondo quanto accertato nel corso delle indagini, nell'agosto 2011 la Commissione avrebbe assegnato il servizio di 118 di Ruvo alla 'Confraternita Misericordia di Corato', attestando falsamente che possedeva i requisiti previsti dal bando, "pur avendone accertata l'effettiva insussistenza", si legge nei capi d'imputazione.

AMBULANZE NON A NORMA - In particolare, l'associazione di Olivieri non sarebbe in possesso delle due ambulanze richieste, una "principale" e l'altra "sostitutiva", immatricolate rispettivamente non oltre 5 e 8 anni dalla partecipazione al bando e entrambe autorizzate dalla Asl per l'attività di trasporto e soccorso di infermi e feriti. Tra i requisiti non rispettati ci sarebbe anche il mancato possesso da parte di tutti i componenti del personale messo a disposizione del servizio 118 dell'attestato di esecutore BLS-D (rianimazione cardio polmonare).  I cinque indagati avrebbero così causato un ingiusto danno alla Asl di Bari e alla Regione Puglia pari a oltre 400mila euro di contributi pubblici erogati in favore dell'associazione ''Confraternita Misericordia di Corato'' da marzo 2012 ad agosto 2013, più di 20mila euro al mese.

La Procura di Bari sta inoltre conducendo ulteriori indagini sulla gestione del servizio di 118 in altri centri della provincia, con particolare riferimento all'utilizzo di ambulanze non a norma, prive dei requisiti di sicurezza previsti dalla legge e di tutte le attrezzature necessarie al soccorso.

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