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Docenti e studenti: "No alla 'Buona Scuola' ". Più di 20mila in piazza a Bari

Corteo e manifestazione, questa mattina, per le vie del centro, contro il ddl di riforma. Precari e docenti di ruolo insieme ai ragazzi: "Siamo contrari ai 'presidi-sceriffo'. A rischio numerose abilitazioni perché è impossibile assumere tutti coloro in graduatoria"

C'è chi ha sfilato in una maschera da gigante, o semplicemente dietro uno striscione e una bandiera: oltre 15mila (per gli organizzatori 25mila) persone hanno manifestato, questa mattina, per le vie del centro murattiano, contro la riforma della scuola proposta dal governo Renzi. Studenti e professori da tutta la Puglia, ma anche dalla Basilicata e dalla Calabria, si sono dati appuntamento a Bari per un corteo tra i più importanti visti in città negli ultimi anni.

Non piace la 'Buona scuola' portata avanti dal ministro Giannini. Non piace a Cgil, Cisl e Uil che con Gilda, Snals e Cobas hanno organizzato l'evento in 7 città italiane,  e nemmeno a coloro direttamente coinvolti dall'approvazione: "Con questo ddl - afferma un docente di Trani -  il governo prende in mano tutto ciò che riguarda il mondo della scuola e lo rivoluzione in base alle proprie idee e alla propria ideologia. Non è questo quello in cui crediamo: vogliamo che la scuola resti pubblica e solidale. Con la riforma, il dirigente scolastico deciderà sui lavoratori. E' una scuola che va contro i giovani, il Sud e la democrazia".

Scuola, sciopero e corteo a Bari

Tanti i punti criticati dai lavoratori scolastici, a cominciare dal controverso ruolo dei dirigenti scolastici, già ribattezzati presidi-sceriffo, che potrà scegliere i docenti 'migliori' dall'albo degli insegnanti: "La mia dirigente mi ha chiesto di cosa avessi paura - racconta una professoressa di Lettere di un Liceo Scientifico di Casarano (Lecce) - . Lavoro da 15 anni e faccio una professione che mi appassiona. Non ho bisogno di essere valutata perché lo sono già stata in un concorso in cui ho preso il massimo dei voti. Non è un discorso ad personam. Dovrò attraversare diversi dirigenti e potrei trovarmi qualcuno che metta la considerazione professionale al di sotto di altri criteri di giudizio. Come posso fidarmi di una schifezza simile? Dobbiamo lottare per una scuola democratica, sicuramente da riformare, ma non in questo modo. I nostri alunni sono la vera risorsa della scuola".

Per i docenti, un percorso sempre più in salita, specialmente da coloro che sono ancora in graduatoria a esaurimento. Il governo ritiene di poter stabilizzare circa 100mila docenti precari, solo la metà, invece, per i sindacati, tra prepensionamenti e accorpamenti di istituti: "Se non riuscissimo a trovare collocazione in nessun ambito territoriale - racconta un'insegnante - saremmo fuori graduatoria e questa sarà decretata chiusa. La nostra abilitazione verrebbe quindi invalidata, facendoci rimanere solo col titolo di studio. Noi non vogliamo fare altri concorsi e non vogliamo nuovamente essere valutati da docenti universitari, gli stessi che ci hanno dato la laurea. Semmai vorremmo essere valutati solo dai nostri ragazzi". 

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