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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Conversano

Materiali inquinanti e pericolosi utilizzati in strutture senza autorizzazioni: scoperte 8 officine abusive nel Barese

Le indagini delle Guardia di Finanza hanno individuato violazioni amministrative per 45mila euro, riguardanti l’esercizio illecito della professione, i mancati permessi per l'emissione in atmosfera e per lo scarico delle acque reflue industriali, e la violazione delle norme della sicurezza sul lavoro

Otto officine meccaniche abusive scoperte fra i comuni di Monopoli, Conversano, Polignano a Mare e Castellana Grotte. Le indagini della Guardia di Finanza, compiute negli ultimi mesi nella provincia di Bari, hanno portato ad individuare l’esercizio non autorizzato della professione, oltre al mancato rispetto della normativa di settore e delle disposizioni in materia di tutela dell’ambiente e della sicurezza sui luoghi di lavoro. 

Il piano di contrasto all’abusivismo commerciale condotto dalle Fiamme Gialle è stato condotto incrociando i risultati delle Banche Dati in uso al Corpo con le informazioni ottenute grazie alla costante presenza sul territorio e dalla mirata consultazione dei vari social network.

I militari avrebbero riscontrato molteplici violazioni amministrative, con sanzioni superiori a 45mila euro per l’omessa iscrizione al registro delle imprese e la mancata istituzione del registro di carico e scarico dei rifiuti, trattandosi di scarti di lavorazione ed oli pericolosi e inquinanti. Multati anche i proprietari dei veicoli in riparazione per essersi rivolti ad officine non autorizzate.

Sono state sottoposte a sequestro amministrativo le strutture individuate e le attrezzature utilizzate, come macchinari e utensili professionali, ponti sollevatori fissi, gru idrauliche, banchi da lavoro e anche una stazione per la saldatura ossiacetilenica, conservata e utilizzata nell’inosservanza delle basilari disposizioni sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (con rischio di incendio, esplosione e intossicazione per gli utilizzatori).

Nei casi più gravi gli uomini della Guardia di Finanza hanno avviato il procedimento per il sequestro penale dell’intera area dove insistevano le attività: i provvedimenti si sono resi necessari a causa delle mancate autorizzazioni per l'emissione in atmosfera e per lo scarico delle acque reflue industriali.

I presunti gestori delle attività sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per varie ipotesi di reato, tra cui inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, mancanza del Documento di Valutazione dei Rischi, omessa nomina del responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, immissioni in atmosfera e scarico di acque reflue industriali senza autorizzazione. Contestato anche l’esercizio abusivo della professione di meccatronico, figura di recente istituzione, che richiede il possesso di specifiche competenze tecniche e relative autorizzazioni.

Sono in corso gli approfondimenti sulle posizioni fiscali degli indagati, al fine di ricostruire i ricavi non dichiarati e l’imposta evasa, attraverso l’analisi della documentazione extracontabile reperita. Gli interventi hanno consentito di individuare due lavoratori in 'nero', mentre uno dei proprietari delle officine abusive è risultato beneficiario di Reddito di Cittadinanza: è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria e segnalato all’Inps per la revoca del beneficio e per il recupero delle somme indebitamente percepite.

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